Expo 2015: ecco i cibi più strani

Che tipi siete? Tradizionalisti o avventurieri? Siete timorosi o amate il rischio? Se vi piace sperimentare, nella vita come in cucina, all’
Expo 2015 troverete
“pane per i vostri denti” … e non solo! È stato dato il via libera all’importazione di cibi che non sono mai arrivati nelle tavole italiane, e che ora potremo trovare e assaggiare in alcuni padiglioni di Expo.
Innanzitutto potremo trovare la
carne di coccodrillo, un piatto tipico dello Zimbabwe, che a noi può sembrare insolito ma che viene già consumato in alcuni paesi europei, tra cui il Belgio. Potremo inoltre assaggiare
ragni fritti provenienti dalla Cambogia o
carne di caimano accompagnati a un
vino di serpente, bevuto solitamente in Cina o in Vietnam. Della cucina giapponese troveremo la
vipera, o il
pesce palla. La preparazione di quest’ultimo richiede degli accorgimenti particolari per far sì che il veleno non contamini la carne e diventi nocivo per l’uomo. Non troveremo invece né carne di cane né datteri di mare, che sono specie protetta. Mentre non potevano mancare gli
insetti: si va dal caviale di insetto messicano, a scorpioni ricoperti di cioccolato, a larve giganti, coleotteri, termiti disidratate, vodka allo scorpione e cavallette provenienti dalla Thailandia. Ad oggi sono più di trenta le etnie al mondo che hanno gli insetti nella loro alimentazione. E forse non vi piacerà l’idea ma presto o tardi gli insetti faranno parte anche della nostra. Essi infatti sono ricchi di
proprietà nutritive e nei prossimi decenni avremo necessità di nuove fonti di proteine per garantire sussistenza alla popolazione umana.

La scelta di permettere l’importazione di questi cibi provenienti per la maggior parte dall’Asia e vietati in molti paesi europei è stata molto dibattuta: da una parte si voleva dare l’opportunità ai visitatori di provare alcuni piatti che non potrebbero mai assaggiare se non nei paesi d’origine; dall’altra c’era la necessità di tutelare la salute delle persone. Per questo sono stati presi una serie di accorgimenti: il trasporto di questi cibi avverrà con imballaggi piombati che potranno essere aperti solo nei capannoni autorizzati, e saranno controllati da tecnici ministeriali e delle Asl. Inoltre niente potrà uscire dai padiglioni: gli avanzi saranno inceneriti direttamente nel sito espositivo.
L’idea attuale è di trasformare questi cibi esotici nei cibi del futuro, anche se probabilmente ci metteranno molto tempo per entrare a far parte dell’alimentazione italiana. Siamo molto orgogliosi della nostra cucina, e difficilmente lasceremo che delle formiche prendano il posto di un piatto di tortellini, che della carne di caimano sostituisca la fiorentina o che il dolce sia a base di larve al cioccolato piuttosto che di cannoli siciliani. Ma a ben guardare è successa la stessa cosa per il sushi e il sashimi. Molta diffidenza all’inizio mentre ora vediamo continuamente spuntare ristoranti giapponesi in ogni città. Insomma “mai dire mai”, un giorno forse sarà normale trovare questi cibi sugli scaffali dei supermercati accanto alle confezioni di pasta.
Alice Frassoldati
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