Forme uniche della continuità nello spazio
Il futurista Umberto Boccioni voleva rinnovare, attraverso la sua arte, il gusto estetico classico: egli dichiarava di volere rivoluzionare la scultura antica attraverso il movimento e la scomposizione in diverse forme dello spazio, dando vita a una forma aperta, contrapponendola al classicismo dove le forme erano per lo più chiuse.
Si potrebbe considerare il Futurismo, un movimento come un continuum del Cubismo, dove sì le figure vengono scomposte, ci sono più visioni d'insieme, ma a differenza del secondo, tutto è in movimento.
Forme uniche della continuità nello spazio
Oggetto della ricerca di Boccioni, era la rappresentazione del dinamismo: “ Per rendere un corpo in moto, io non do, certo, la traiettoria... ma mi sforzo di fissare la forma che esprime la continuità nello spazio”.
Forme uniche della continuità nello spazio (1913) rappresenta un uomo in movimento, scomposto nella sua anatomia, un uomo che sembra muoversi in modo poco slanciato e fluido, tuttavia la figura si contrae, si dilata, si frammenta e infine accoglie lo spazio in se stessa.
Roberto Longhi nel suo testo critico del 1914 Scultura futurista Boccioni così descrive, in singolare aderenza al dinamismo boccioniano, le masse muscolari trasformate dal movimento e dalla velocità in nuovi agglomerati plastici, liberamente interrelati nella concezione architettonica in cui spazio e figura , moto e forma sono fusi in modo reciproco e percepiti: “Il moto totale stramazza quello degli arti singoli e il corpo procede radente per la pura pressione che la materia inarcata sotto la curva forzata dorsale imprime all'altra curva largamente sottesa della coscia irrigidita. Dall'alto della vertebra dorsale si appendono, otri gonfi, le natiche”.
La scultura così sembra abolire il sublime tradizionale dei soggetti, nega in quanto tale una riproduzione veristica e si serve di tutte le realtà per tornare agli elementi essenziali della sensibilità plastica: la linea retta è quel mezzo che può portare a una verginità primitiva delle masse.
Nel Manifesto Futurista (1909) pubblicato in Italia in vari giornali italiani e successivamente sul giornale francese Le Figaro il 20 febbraio 1909, Filippo Tommaso Marinetti espose i principi cardine del movimento. A Milano nel 1910 i pittori Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla, Gino Severini e Luigi Russolo firmarono il Manifesto dei pittori futuristi.
I futuristi avevano fede nel progresso e nell'industrializzazione ed esaltavano la velocità e il movimento fisico. Il futurismo fu un'avanguardia che non solo abbracciò l'arte e la scultura, ma anche la letteratura, l'architettura, la danza e la fotografia; nacque in Italia per diffondersi poi in altre nazioni.
Segnaliamo infine che la scultura di Umberto Boccioni è raffigurata sul retro delle monete da 20 centesimi di euro coniate in Italia e ad oggi vi sono diverse versioni custodite in vari musei quali al Museo del Novecento di Milano, alla Kunsthalle di Mannheim, alla Tate Modern di Londra, al MoMA di Manhattan, al Metropolitan Museum di New York, al Museo Kröller-Müller di Otterlo e alla Galleria Nazionale di Cosenza.