Ver Sacrum e la grafica della Secessione viennese a Crema

Introduzione
La raccolta della rivista Ver Sacrum, proveniente dalla collezione milanese di Giovanni Biancardi, è il cuore della mostra «Ver Sacrum e la grafica della Secessione viennese», a cura di Giovanni Biancardi, Edoardo Fontana e Silvia Scaravaggi, visitabile al Museo Civico di Crema e del Cremasco fino all’11 gennaio 2026.
La storia di Ver Sacrum
Negli anni della Secessione viennese, il periodico Ver Sacrum, dapprima mensile e poi bisettimanale, fu ideato nel gennaio 1898 grazie a figure come Gustav Klimt e Max Kurzweil.
Il nome della rivista d’arte, che contribuì a ridefinire i canoni della grafica editoriale, derivava da un antichissimo rito italico poi assimilato a Roma: i giovani nati in primavera lasciavano il villaggio fino alla maggiore età, come offerta alla divinità cui erano stati promessi.
Questo “allontanamento” verso nuove terre divenne metafora di rinnovamento e incontro con altre genti. Così la rivista della Secessione si pose come manifesto di distacco dalla tradizione e, insieme, auspicio di rinascita ed emancipazione: il motto del Sezessionstil recitava infatti «Al tempo la sua arte. All’arte la sua libertà».
L’ascesa e lo stile
Ver Sacrum fu il principale mezzo di diffusione dell’idea di arte totale (Gesamtkunstwerk), oltre che strumento di promozione degli artisti fondatori e aderenti.
Vienna divenne il fulcro di una rivoluzione che, in breve, toccò i paesi europei coinvolti nei movimenti modernisti e simbolisti, rileggendo passato e tradizioni arcaiche in chiave nuova e ponendo sullo stesso piano arti maggiori e minori.
Tra le novità introdotte dalla rivista spicca l’impostazione tipografica che integra l’Aesthetic Movement inglese: equilibrio tra architettura della pagina, testi e illustrazioni, valorizzando poetiche e stili dei singoli autori.
Le pagine, ricche di decori giapponisti e rimandi all’arte popolare, ai gioielli egizi, ai vasi ellenistici e alle geometrie della pittura romana, alternano campiture vuote, capilettera e cornici. Centrale lo sguardo alla grafica e all’artigianato giapponese, dal sintetismo alla xilografia policroma.
A conferma del legame, la mostra di Crema espone anche lacche, suppellettili, volumi e incisioni sciolte da collezioni private e dal patrimonio del Museo d’Arte Orientale – Collezione Mazzocchi di Coccaglio.
Il percorso della mostra
Promossa e prodotta dal Museo Civico di Crema e del Cremasco, in collaborazione con il Museo d’Arte Orientale – Collezione Mazzocchi di Coccaglio e l’Associazione Culturale Mnemosyne di Dello, l’esposizione raccoglie le grafiche originali di Ver Sacrum, con pagine e copertine tra le più iconiche.
Accanto alla rivista, il pubblico può vedere libri illustrati e cataloghi delle esposizioni della Vereinigung Bildender Künstler Wiener Secession (nome ufficiale del movimento), fogli sciolti degli aderenti e degli artisti “corrispondenti”, incisioni e disegni presentati nelle mostre nella sede della Secessione — progettata da Joseph Maria Olbrich — e in altri luoghi, o pubblicati sulla rivista.
Per l’occasione sono presenti a Crema opere di Gustav Klimt, Koloman Moser, Alfred Roller, Josef Maria Auchentaller, Carl Moll, Egon Schiele, Alphonse Mucha, Giovanni Segantini, Félix Vallotton, Alfredo Müller.
Info visitatori
- Luogo: Museo Civico di Crema e del Cremasco
Periodo: fino all’11 gennaio 2026
Orari:
Lunedì chiuso
Martedì 14:30–17:30
Da mercoledì a venerdì 10:00–12:00 e 14:30–17:30
Sabato, domenica e festivi 10:00–12:00 e 15:30–18:30
Ingresso: gratuito, senza prenotazione
- Ultimo aggiornamento il .
