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Ausmerzen: Renato Sarti porta in scena il dramma delle vite indegne – Spettacolo all’Elfo Puccini

  • Mariella Bussolati

Renato Sarti, su testo di Marco Paolini, porta in scena la cattiveria umana attraverso un lucido e brutale percorso di ricostruzione.
In un momento storico in cui la cattiveria sembra dilagare, è interessante vederla rappresentata sul palcoscenico. Ausmerzen: vite indegne di essere vissute è infatti un libro scritto nel 2012 dal drammaturgo veneto e portato in scena nel 2024 da Sarti, che in quest’occasione guida il suo Teatro della Cooperativa su altri palcoscenici nell’ambito della rassegna Fuori Niguarda.

Quello messo in scena è un racconto della memoria: un'indagine sulle origini del nazismo e sulle sue prime mosse verso la distruzione totale.Renato Sarti e Barbara Apuzzo

Gli attori sono già sul palco quando il pubblico entra. Una modalità sempre più diffusa, forse utile per chi recita a cogliere chi ha davanti e iniziare fin da subito una connessione emotiva. È l’inizio di una rappresentazione che è anche un’inchiesta.

La storia racconta l’Ausmerzen, un’operazione avviata fin dall’ascesa al potere di Hitler. Il termine, di origine contadina, significa "fuori da marzo", e indicava la soppressione degli animali più deboli prima della transumanza. Un gesto “utile”, che garantiva carne per il viaggio e alleggeriva il cammino. Da lì, il salto semantico e concettuale verso l’eradicazione di esseri umani considerati “imperfetti” è tragico ma coerente.

Foto proiettate sullo sfondo rendono il racconto tangibile: immagini che documentano la nascita di una filosofia che, da prima strisciante, poi in modo sistematico, portò alla soppressione di milioni di persone non conformi ai canoni di “normalità” o “superiorità”. Significativa, in scena accanto a Sarti, la presenza di Barbara Apuzzo, attrice affetta da artrogriposi, una delle “vite indegne” secondo l’ideologia del tempo.

Si scopre così che l’origine di tutto risale alla Belle Époque, all’Illuminismo, alla cieca fiducia nella scienza. È allora che si comincia a ipotizzare l’eliminazione dei “non perfetti”. Tra i primi teorici c’è Francis Galton, cugino di Charles Darwin, che stravolge il principio evolutivo per giustificare la sterilizzazione forzata dei soggetti “a rischio”. Un’idea che attecchisce in una società razzista, dove i “selvaggi” vengono esibiti nei giardini zoologici.

Sarà però in Germania, con Hitler, che questa ideologia troverà piena applicazione: oltre 300.000 persone uccise, tra cui più di 5.000 bambini. Il famigerato programma T4 coinvolse centinaia di medici, con l’obiettivo di eliminare chiunque fosse affetto da disabilità fisiche o psichiche. Il passo verso l’eliminazione di ogni diversità fu breve. La chiamavano “morte per grazia”. Una volta collaudata la macchina, il genocidio si estese a Rom e a Ebrei.

Nonostante l’orrore dei fatti raccontati, gli attori riescono a coinvolgere profondamente. In alcuni passaggi emerge persino un’ironia amara, utile a smascherare l’assurdità della complicità silenziosa. Emblematica, in questo senso, la tappezzeria sul fondo, fatta di cravatte di ogni tipo: un richiamo a tutti coloro che, nel loro benpensantismo, hanno partecipato – allora come oggi – al crimine.


TEATRO ELFO PUCCINI, Sala Fassbinder
Corso Buenos Aires 33 – 20124 Milano – MM1 Lima
INFO E PRENOTAZIONI:
Tel 02.02 00660606 – biglietteria@elfo.orgwww.elfo.org

ORARI SPETTACOLO

  • da martedì 6 a venerdì 9 maggio – ore 20.30

  • sabato 10 maggio – ore 19.30

  • domenica 11 maggio – ore 16.30

BIGLIETTI

  • Intero € 38/34

  • Ridotto over 65 € 20

  • Ridotto under 25 € 15

  • Biglietti online a partire da € 16.50

  • Prezzi e biglietti

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