Cassandra al Teatro Filodrammatici con tutta la potenza di Elisabetta Pozzi
È un mito antico, ma anche profondamente femminista, quello di Cassandra, la profetessa condannata a non essere mai ascoltata. Ed Elisabetta Pozzi, che da anni esplora i grandi archetipi del Mito – da Elektra a Medea, da Elena a Fedra – ne porta in scena un ritratto personale e potente: una figura tragicamente sospesa tra forza e fragilità.
Cassandra ha avuto il coraggio di rifiutare l’amore di Apollo, ma ne ha ricevuto in cambio una maledizione. È stata violentata, ridotta in schiavitù come concubina prigioniera. E, come troppe donne nel corso della storia, quando parla incontra solo indifferenza. Eppure incarna anche la forza della tradizione orale, contrapposta alla scrittura giunta in tempi più recenti, e il passaggio dai culti della Dea Madre a quelli patriarcali dominati da divinità maschili come Apollo.
Il vero dramma della sua condanna – che richiama la condizione femminile in molte epoche – è che non essere creduti porta inevitabilmente al silenzio.
Cassandra, la profezia inascoltata e il presente
Nonostante la sua apparente impotenza, la cosiddetta "sindrome di Cassandra" – ovvero la condizione di chi formula previsioni pessimistiche senza poterle evitare – non le impedisce di lottare fino alla fine. Pozzi la rappresenta con un costume simbolico: abiti maschili parzialmente coperti da una tunica logora, che evidenzia la sua precarietà.
All'inizio dello spettacolo, Elisabetta Pozzi racconta il suo primo incontro con Cassandra a Micene, l'impressione che ne ha avuto, le emozioni che ha provato. Poi, gradualmente, il quadro si rovescia: non è più un racconto, diventa Cassandra.
Sulla scena, cornici vuote vengono calpestate, abbracciate, girate, penetrate: simboli del tentativo di inquadrare l'irragionevole, che a differenza dell'irrazionale è ciò che ha raziocinio ma non si adatta alle logiche del potere.
Il testo, scritto con la collaborazione dell’autore e giornalista Massimo Fini, si nutre di molteplici fonti: dai grandi classici come Seneca, Eschilo ed Euripide, fino a pensatori moderni come Christa Wolf, Jean Baudrillard, Nietzsche e T.S. Eliot. Il risultato è un personaggio di straordinaria attualità.
Nel finale, Cassandra ed Elisabetta Pozzi si fondono in un’unica figura che trascende il mito per parlare del presente. Si riflette sul mondo in cui viviamo oggi: sovrapproduzione, disuguaglianze, crisi ambientale, ma soprattutto sulla nostra cecità collettiva, l’incapacità di riconoscere i segni del nostro tempo e di affrontare la realtà.
Un turbine di parole e musica
Ad accompagnare il monologo, le splendide musiche di Daniele D’Angelo, marito di Pozzi e compositore, che ha creato una partitura in perfetta sintonia con la parola. Suoni e testo si intrecciano, creando un flusso armonico che avvolge il pubblico in un turbine emotivo.
Dove e quando vedere lo spettacolo
📍 Teatro Filodrammatici – Piazza Paolo Ferrari 6, angolo Via Filodrammatici
📅 Dal 12 al 15 marzo 2025
🟢 CASSANDRA O DELL’INGANNO
- Drammaturgia: Elisabetta Pozzi, con la collaborazione di Massimo Fini
- Con: Elisabetta Pozzi
- Musiche e luci: Daniele D’Angelo
- Spazio scenico: Guido Buganza
- Movimenti: Alessio Romano
- Produzione: Centro Teatrale Bresciano
- Crediti fotografici: Max Majola
- Durata: 80 minuti (senza intervallo)
⏰ Orari spettacoli
- Mercoledì: 19:30
- Giovedì, venerdì, sabato: 20:30
📞 Info e biglietti
☎️ +39 02 36727550
📩 biglietteria@teatrofilodrammatici.eu