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Eva Braun: il dramma di una donna al tempo di Hitler

  • Mariella Bussolati

eva manuela giusto csNon la si può definire un'eroina, eppure ha qualcosa di eroico. Non la si può definire una donna qualsiasi, eppure condivideva aspetti comuni a tutte le altre. Eva Braun è un personaggio scomodo: è stata l'amante e, poco prima di morire, è diventata la moglie di Adolf Hitler.

E scomoda è anche la piece teatrale messa in scena dal regista Renzo Martinelli con, in scena, Federica Fracassi. Eva è sola sul palco a raccontare tutta la tragicità, ma anche la drammatica normalità, del suo personaggio. Quello di una ragazza di buona famiglia, che si veste in modo elegante e sogna una carriera nel mondo dello spettacolo. Quello di una donna a cui piace divertirsi, e la scena in cui la Fracassi mima il sesso dà tutto il senso della sua bravura.  L'attrice mette in mostra una Eva innamorata che però, invece che condividere l'amore, deve attendere e provare un senso infinito di solitudine che la porterà, per ben due volte, a tentare il suicidio. E una spettatrice che si identifica con il mito di Rossella O'Hara di Via col vento, forse perché vorrebbe fare di tutto per riconquistare chi ha già.

Lo spettacolo inizia proprio con le immagini del film, che scorrono a fare da sfondo durante tutta la durata. E la contrapposizione tra le due storie stride: da una parte una vita gestita con la forza di chi conosce il proprio posto nel mondo, dall'altra la fragilità di chi è al tempo stesso amante e adepto, protagonista, ma sottomesso, coraggioso ma in una situazione di perenne paura. Rossella decide chi amare e come vivere, Eva no. Insegue un folle ideale e forse vive ciò che molte donne hanno provato: ha bisogno della protezione di un uomo più forte di lei.

Molte, troppe, sono state vittime di uomini che hanno loro distrutto la vita. Paradossalmente il momento più felice sembra proprio essere quello della sua fine. L'unico in cui finalmente lei e Hitler si appartengono e fanno la stessa cosa contemporaneamente: uccidersi. La tragicità della situazione è sottolineata da un testo è a tratti sconclusionato e quasi incomprensibile perché non c'è una vera storia. Ci sono emozioni che annodano lo stomaco e sensazioni che provocano ansia, anche quando lo spettacolo riesce a diventare più leggero perché viene dato spazio all'ironia. La storia infatti è già stata scritta e pesa ancora come un macigno.

 Eva  (1912-1945)

La Cavallerizza, corso Magenta 24, Milano

da martedì 22 a domenica 27 ottobre ore 19:30

durata: 60 minuti

Biglietti: intero 15€ – ridotto scuole MTM, Paolo Grassi, Piccolo Teatro 10€ – ridotto DVA 7,50€
spettacolo in abbonamento: Arcobaleno, Arcobaleno tandem, Arcobaleno over 65, Carta regalo x2, Carta regalo x4, Abbonamento le ragazze raccontano

Info e prenotazioni tel. 02-86454545

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