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Festival Fabre al Teatro Out Off: “La poesia della resistenza” inaugura la rassegna

  • Mariella Bussolati

In scena, nel buio, una prateria di palloncini galleggia nell'aria. Un simbolo di leggerezza, bellezza e libertà. Perché di questo si parla nello spettacolo di Jan Fabre La Poésie de la Résistance. Gli attori sono solo due e parlano in francese, ma i sottotitoli appaiono sullo sfondo. L'uomo è nudo e imbrattato di vernice, la donna invece è vestita come una dirigente d'azienda. In un vortice di parole si presentano come esponenti di un gruppo ribelle, antagonisti per vocazione, il cui proposito è rivendicare la forza dell’arte, della poesia e della resistenza contro l’oppressione.

Inizia con questa anteprima mondiale la rassegna Festival Fabre con cui il teatro Out Off, nato nel 1976 e sempre attento alle avanguardie, celebra i 40 anni di collaborazione tra Mino Bertoldo, il fondatore, e Jan Fabre, una delle figure più complesse della ricerca artistica contemporanea.

La Poésie de la Résistance - ph. Alessandro Villa
Nata come manifesto poetico, l'opera, interpretata da Annabelle Chambon e Cédric Charron, è ispirata alla poesia di Paul Éluard La Liberté e infatti ne riprende il ritmo. Éluard scrive questa parola ovunque, dal banco al vetro, ma anche sui sentimenti. Qui invece i protagonisti dichiarano di volerla tatuare metaforicamente su ogni parte del corpo. A questi momenti si alternano quelli in cui viene recitato come un mantra il messaggio sovversivo dell'unità di combattimento impegnata in una resistenza artistica non violenta. E a questi segue la violenza dell'opposizione, tradotta con colpi di fucile che crivellano i corpi. Nessuno muore però e anzi, subito dopo viene descritta con precisione scientifica la potenza dell'arma, ogni volta diversa, dalla Smith & Wesson al Kalashnikov. C'è una sorta di ironia dunque, ma anche la dimostrazione che quando si crede a qualcosa è possibile superare ogni ostacolo e continuare ad andare avanti. È l'arte dunque la vera libertà, perché non la si può uccidere ed è sempre presente in chi continua a sognare, danzare, parlare e amare, anche se i proiettili continuano ad arrivare.
La potenza del testo è fortissima. E i tre moduli di cui è composto si susseguono in una serie regolare di ripetizioni, un elemento ricorrente nelle produzioni di Jan Fabre. L’artista sembra essere interessato a eccedere nella ripetitività per arrivare a sfondare un limite che inevitabilmente poi sconfina in una trasformazione. Le dinamiche classiche della rappresentazione teatrale dunque saltano e costringono a ragionare sulla presunta finzione messa in scena.
La rassegna prevede poi Una tribù, ecco quello che sono (10, 11 e 22 ottobre), I believe in the legend of love (17 e 18 ottobre), Io sono un errore (24 e 25 ottobre), Il re del plagio (14 e 15 ottobre), e Giornale notturno (1978-2012) (29 e 30 ottobre).

Teatro Out Off – via Mac Mahon 16, Milano
Programma:
Mercoledì 8 ottobre, ore 20.00 – La Poésie de la Résistance
Venerdì 10, sabato 11 e mercoledì 22 ottobre, ore 20.00 – Una tribù, ecco quello che sono
Martedì 14 e mercoledì 15 ottobre, ore 20.00 – Il re del plagio
Venerdì 17 e sabato 18 ottobre, ore 20.00 – I believe in the legend of love
Venerdì 24 e sabato 25 ottobre, ore 20.00 – Io sono un errore
Mercoledì 29 e giovedì 30 ottobre, ore 20.00 – Giornale notturno (1978-2012)

Orari spettacoli: ore 20.00
Prezzi: Intero € 25,00 | Ridotto under 26 € 17,50 | Ridotto over 65 € 12,50

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  • Ultimo aggiornamento il .