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In scena al Franco Parenti la Milano nera di Scerbanenco

  • Alessio Corini

i ragazzi del massacro 2

Succede di andare in giro in una notte di gennaio a Milano con un freddo tanto freddo da stritolarti l'anima. Succede di essere di corsa perché devi andare a teatro a recensire uno spettacolo col titolo di un libro di uno dei tuoi scrittori preferiti, sei in ritardo perché hai bucato una gomma (giuro è vero non è una scusa), l'hai fatta riparare al volo e sei praticamente sicuro che non ce la farai ad arrivare in tempo per l'inizio. Succede di arrivare trafelati al Teatro Franco Parenti e trovare un personale gentile e comprensivo che ti fa entrare in sala anche se lo spettacolo è appena incominciato. 

Succede di scoprire che ne è valsa la pena perché lo spettacolo che hai visto è davvero molto bello.

Lo spettacolo di cui vi parlo, gentili lettori, è I ragazzi del massacro una produzione Simona Migliori per Linguaggi Creativi con la regia di Paolo Trotti e l'interpretazione di Stefano Annoni, Daniel Paul Galtieri e Federica Gelosa. Il lavoro è ispirato (se ci fosse bisogno di sottolinearlo) a uno dei romanzi più riusciti di Giorgio Scerbanenco, a parere di chi scrive uno dei più limpidi talenti letterari italiani di questo secolo.

La Milano di Scerbanenco è una città crudele. Non cattiva, attenzione. Crudele. Laddove il concetto di crudeltà rimanda agli scritti di Antonin Artaud che con crudeltà indicava quella verità talmente forte da essere attaccata alle cose ed entrarti potentemente nelle viscere. La verità della peste, che ti schioda dalle illusioni e ti precipita nel vortice della vita e della morte.

Una Milano raccontata non con impressionistica leggerezza, ma con espressionistico vigore. Pennellate violente e rigonfie di realtà.

Una Milano raccontata attraverso le storie della gente che ci vive (o ci viveva). Popolare quanto basta per sentirla vicina. Maledetta quanto basta per sentirla attuale.

Paolo Trotti e i suoi attori sono riusciti brillantemente nell'impresa di rendere con onestà creativa ed efficacia stilistica l'atmosfera caratteristica dei romanzi di Scerbanenco, dove è sempre inverno anche quando è estate, dove uomini e donne lottano disperatamente per un angolo di paradiso che non c'è mai.

Una messinscena povera, ma carica di essenzialità introduce il pubblico nel vivo di una storia di violenza, gioventù martoriata, malavita dei bassifondi, fame insoddisfatta di giustizia. Le lampade rosso-ocra si trasformano in continuazione, passando da luci da interrogatorio a fanali di auto in corsa. Il banco e la sedia dell'aula in cui la povera vittima Matilde Crescenzaghi teneva le sue lezioni ai  ragazzi che l'hanno brutalizzata diventa luogo di amplesso mancato, scrivania di questura e molto altro in un susseguirsi di combinazioni dove l'immaginazione di chi guarda viene stimolata a vedere il tutto molto meglio e molto più crudamente che in un film hard-boiled anni 70'.

La recitazione degli attori è di alto livello. Stefano Annoni impersona un Duca Lamberti vivo, umano e credibile come Scerbanenco ce l'ha raccontato. Un eroe fragile, ma spietato nella sua voglia di verità. Diego Paul Galtieri che con la sua chitarra scandisce la colonna sonora dell'azione, interpreta invece un Carrua stupendamente meridionale nella sua autenticità. Menzione particolare merita poi la recitazione di Federica Gelosa sempre viva e convincente, che alterna al romantico idealismo di Livia (la donna di Duca) l'istinto animale da belva ferita di Mirella Domenici.

Lo spettacolo, uno dei migliori visto quest'anno dal sottoscritto è fortemente consigliato. Tra le altre cose, perché tiene agganciati alla poltrona e appassiona per il suo poetico realismo.

Crudelmente vero.

Teatro Franco Parenti

Via Pier Lombardo 14

Dall'11 al 21 gennaio

Orari: Variano da un giorno con l'altro. Consigliamo di consultare il sito del Teatro Parenti per conoscerli in maniera dettagliata.

Prezzi: Intero Platea 15 euro, convenzioni-over65.under 26 12,50 euro.

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