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La Caccia al Tesoro: una commedia Ironica tra eredità, pregiudizi e risate al Teatro Filodrammatici

  • Mariella Bussolati

Il problema è antico e molti lo hanno vissuto. Quando viene a mancare un genitore, ci si trova spesso a dover affrontare la questione di cosa fare con ciò che lascia. In questi momenti possono sorgere litigi, desideri divergenti o, più raramente, si riesce a spartirsi tutto serenamente.

Una scena de La caccia al tesoro

A volte, la situazione può assumere tratti parodistici, e con il giusto distacco si potrebbe persino intravedere una vena comica. È proprio questo umorismo crudo e l'ironia tagliente che rendono "La caccia al tesoro" un’esperienza avvincente.

I fratelli protagonisti di questa commedia, i presunti legittimi eredi, si trovano a vivere una vicenda che si impone con tutta la sua carica destabilizzante. La madre, un’intellettuale di sinistra con un passato negli anni Sessanta fatto di droghe, sesso e idee progressiste, è in fin di vita. Nonostante non sia ancora morta, il suo testamento viene letto, ma quello che emerge non è affatto ciò che i figli si aspettavano. Il patrimonio, infatti, non è destinato solo a loro ma anche ad altri due "fratelli": la badante slava e un giovane di colore, adottato da adulto.

Un'Eredità che scardina le ipocrisie 🤔

La badante, come si scoprirà, è un'esperta d'arte, mentre il giovane ha fondato un'importante organizzazione per i bambini del suo paese d'origine. Tuttavia, queste credenziali non bastano a evitare che emergano pregiudizi e ipocrisie, caratteristiche di una società che si definisce aperta e inclusiva, ma che spesso è ancora dominata dalla paura di non poter realizzare i propri desideri e soddisfare le proprie esigenze.

I figli della donna in fin di vita faticano a fare i conti con il passato e a superare la naturale inclinazione all'esclusione. Ma gli stessi impulsi egoistici vengono vissuti anche dagli altri due attori coinvolti nella vicenda. Questo intreccio di sentimenti e motivazioni rende difficile individuare una vera morale nella storia. Le posizioni rispetto all’eredità mutano continuamente, ridisegnando equilibri sempre nuovi e inattesi.

Una messa in scena di grande efficacia 🎭

La scena è essenziale, ma suggestiva. Sullo sfondo, uno schermo proietta due opere d’arte significative: un quadro di David Hockney e uno di Edward Hopper, carichi di simbolismo. Questo minimalismo visivo lascia spazio al testo di Bruno Fornasari, che firma anche la regia.

Nonostante il tema possa scatenare tensioni e cattiverie, il testo riesce a regalare provocazioni e perle che strappano risate profonde. Fornasari ci invita a riflettere sugli stereotipi che portiamo inconsapevolmente con noi, pronti a emergere quando meno ce lo aspettiamo. Il tutto, però, senza angosciare, ma con un sorriso ironico.

Le eccellenti interpretazioni di Linda Gennari (Premio ANCT 2022), Ksenija Martinovic (Premio A. Ristori 2023), Yudel Collazo e Michele Di Giacomo trasformano l'ora e quaranta minuti dello spettacolo in un’esperienza che sembra durare dieci. A rendere tutto ancora più coinvolgente ci pensano anche le musiche e il linguaggio del corpo, perfettamente integrati nella narrazione.2

Dettagli dello Spettacolo 🎟️

Dove: Milano, Teatro Filodrammatici (Piazza Paolo Ferrari 6, angolo via Filodrammatici)
Quando: Dal 21 novembre all’8 dicembre 2024

Orario spettacoli:

Martedì, giovedì, venerdì e sabato: ore 20:30

Mercoledì: ore 19:30

Domenica: ore 16:00

Informazioni e biglietti:
Telefono: +39 02.36727550
Email: biglietteria@teatrofilodrammatici.eu

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