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La Trilogia del benessere di Renato Sarti: tre atti per raccontare l'inferno

  • Mariella Bussolati

La Trilogia del Benessere ideata da Renato Sarti, che è protagonista, autore del testo e regista, fa riferimento a un’illusione: quella di vivere in un mondo in cui tutto è possibile e la vita può diventare come quella suggerita dalle pubblicità, anche se la realtà è tutt’altra. Nelle periferie, nelle case senza pretese, nella quotidianità della maggior parte della gente, c’è ben altro. Ed è proprio questo che viene portato in scena.

Un semplice divano — che diventa anche un letto — e un tavolino sono gli unici oggetti che compaiono in una scena essenziale, che non deve distrarre dalle vicende presentate nei tre atti che compongono lo spettacolo. Si inizia dalla nascita, si passa all’adolescenza e si finisce con la vecchiaia. Un racconto che attraversa ogni fase della vita e che mette in luce percorsi tragici che, anche se non lo crediamo, sono molto più comuni di quel che pensiamo.la trilogia del benessere teatro milano2025

Sarti non fa una denuncia sociale, ma piuttosto mette lo spettatore esattamente nella situazione dell’osservatore che non si rende conto che quello che sta guardando lo riguarda profondamente. Non ci sono eroi né redenzioni, ma solo situazioni maledettamente normali e ricorrenti.

Il primo episodio, Libero, racconta di una coppia litigiosa, ai limiti della sopravvivenza, con itinerari non facili alle spalle. Lui drogato, lei prostituta, continuano a sperare di avere qualcosa di più, senza riuscire a uscire dal buco nero in cui si trovano. La loro storia sembra un grande classico di tutto ciò che può andare storto. Lei (Valentina Picello) rimarrà incinta di un altro, andrà in carcere e lì partorirà. Decideranno però di tenere il bambino, che verrà chiamato Libero, come se fosse loro. Ma non riuscendo a controllare nulla di quello che accade, tratteranno il figlio come il gatto, con la differenza che questo, a un certo punto, può decidere di cambiare casa.

Anche nella seconda scena non viene chiesta una partecipazione. Ma è inevitabile restare colpiti. Siamo su un set televisivo, si sente il regista che parla con il direttore dei programmi. Insiste dicendo che lo spettacolo è forte e ha un contenuto erotico. L’audience sarà ai massimi livelli. C’è persino la solita truccatrice che propone di rendere più riprendibile il protagonista. Ma questo non è un presentatore, né una persona famosa, né una figura della cronaca. È invece un tossicodipendente (Michelangelo Canzi), destinato a bucarsi in diretta davanti alle telecamere, totalmente inconsapevole di quello che sta facendo, mentre dietro le quinte la voce di chi ha deciso questa farsa si perde in filosofie agghiaccianti.

Infine, si arriva all’ultima età. Quella di una coppia abbandonata dai figli, che passa il Natale domandandosi che ore sono. L’aspetto, ricercatissimo, è quello di due burattini a cui sono stati tagliati i fili e dunque ogni libertà. L’unica che avranno sarà quella di lasciare il forno aperto, per poter finalmente porre fine alla loro solitudine.

A guardare bene, dunque, La Trilogia del Benessere, che fa parte della rassegna Fuori Niguarda e vede il Teatro della Cooperativa su altri palcoscenici, descrive tre inferni. Ma lo fa per portare chi guarda a essere consapevole della loro esistenza e a non commettere l’errore di credere, lui per primo, a qualcosa che ci appartiene molto meno di quello che abbiamo visto.


TEATRO FRANCO PARENTI
Via Pier Lombardo 14 - 02 59995206

ORARI
Martedì 10 giugno – 20.30
Mercoledì 11 giugno – 19.15
Giovedì 12 giugno – 20.15
Venerdì 13 giugno – 19.15
Sabato 14 giugno – 19.15
Domenica 15 giugno – 18.30

INFO - BIGLIETTI
SETTORE A (file A–D) – intero 25€
SETTORE B (file E–S) – intero 20€
Under26/Over65/Carte Giovani – 15€
Convenzioni (valide tutti i giorni) – 18€
GALLERIA (file T–Z) – intero 15€
Under26/Over65/Carte Giovani – 12€
Convenzioni (valide tutti i giorni) – 12€

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