L’Avaro di Molière al Teatro Città di Legnano Talisio Tirinnanzi
Alle porte di Milano, approda al Teatro Città di Legnano Talisio Tirinnanzi il 18 gennaio L’Avaro di Molière interpretato da Alessandro Benvenuti e diretto da Ugo Chiti.
Lo spettacolo vuole al centro, protagonista assoluto, Arpagone vecchio avaro che impone ferree regole di risparmio all’interno della propria casa. I figli Elisa e Cleante sono allo stremo della sopportazione quando ecco anche la “questione matrimonio” si prefigura all’anziano padre come un’occasione di guadagno, ma i figli, questa volta, hanno altri progetti.
Avremo dunque matrimoni (mal) combinati, equivoci a non finire, amori segreti, prestiti al limite dello strozzinaggio, un furto clamoroso di ben diecimila ducati d’oro e un lieto fine dove amori e denari troveranno i rispettivi, più giusti, destinatari.
L’Avaro di Molière, inserito nel ricco filone delle riscritture di testi classici operato da Ugo Chiti, oscilla tra le note farsesche degli eccessi del protagonista e la tragicità di un’avarizia che quasi prescinde i beni in sé. Arpagone è ciò che ha e, per questo motivo, separarsene è per lui fonte di una sofferenza quasi fisica. Il regista Chiti ha ben inteso la natura del suo personaggio, motivo per il quale adotta un linguaggio comico, forte e crudo per descriverne e indagarne la psicologia.
Uno spettacolo brillante.
Proprio così. Molière cede sotto le lusinghe di un cast di grande talento e ironia, i cui personaggi, disegnati e interpretati con sapiente uso dei dettagli, strizzano l’occhio a un’epoca lontana appropriandosi invece, con un’umanità estremamente moderna e impetuosa, del meritato palcoscenico.
Quello che ci appare è una splendida tela d’epoca in cui i protagonisti si dimenano e ribellano per riappropriarsi della propria dimensione.
Per tutti coloro che generalmente disdegnano la prosa classica posso assicurare che un Arpagone così audace non si era mai visto. Un personaggio dall’avarizia detestabile che di detestabile non ha proprio nulla. Sarcastico, eccessivo, spregiudicato Arpagone (interpretato da Alessandro Benvenuti), combatte contro l’incubo di perdere tutto, ma di certo guadagna la simpatia e la fedeltà del pubblico.
Trovano spazio un’Elisa, emancipata e risoluta, che pur consapevole delle ostilità paterne, non rinuncia mai a ribadire la propria libertà decisionale; un Cleante appassionato e sognatore e ultimo, ma non ultimo un Mastro Giacomo cuoco, cocchiere, ma sicuramente interprete dotato di un insolito e inaspettato “senso dell’umorismo”.
L’Avaro di Chiti e Benvenuti, con Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Gabriele Giaffreda, Paolo Ciotti e Elisa Proietti, è uno spettacolo sincero, un classico della tradizione decisamente senza tempo.