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Le Troiane all’Elfo Puccini di Milano: la tragedia di Euripide riletta in chiave contemporanea e queer

  • Mariella Bussolati

Le Troiane è una delle più famose tragedie greche. Scritta da Euripide e portata in teatro nel 415 a.C., mentre si stava combattendo la guerra del Peloponneso, è in realtà una critica alla violenza, tanto che viene descritta dagli esperti come un testo antimilitarista.

Le principali protagoniste sono le donne, mogli e madri degli eroi di Troia, alle quali si prospetta un futuro da schiave. Euripide, dicono gli storici, non aveva una buona opinione nei confronti delle donne. Come molti uomini del suo tempo, riteneva avessero un modo diverso di ragionare e usassero la scaltrezza per esercitare un potere. È interessante, dunque, vedere come la regista Marcela Serli declina questa vicenda, scegliendo di metterla in scena proprio in occasione del Milano Pride 2025.

Quando il pubblico entra, un gruppo di personaggi maschili è già sul palco. Sono gli oratori di un convegno intitolato Le donne e la tragedia. Ma, siccome il pubblico è lento ad accomodarsi, si spazientiscono, spiegano che forse qualcuno si è sbagliato – visto che in un’altra sala c’è un’altra conferenza – e strappano risate. Poi entrano nel vivo, illustrando una serie di affermazioni stereotipate sulle donne e sostenendo che, nella Grecia antica, era l’uomo a essere oppresso, perché le donne avevano scelto modi più sottili per governare il mondo.

Sul grande schermo, però, qualcuno inizia a scrivere le parole “importanti” dette, per permettere agli spettatori di fermarsi a riflettere sui concetti espressi. Ma il testo non corrisponde esattamente: i concetti degli oratori vengono rigirati, distorti e presi in giro.

Sembra l’inizio di una pièce comica, o almeno dotata di grande ironia. Ma poi il palco cambia ed entrano in scena Ecuba, Andromaca, Cassandra, Elena. Non cessa, però, l’intenzione di decostruire lo stereotipo del femminile. Viene accolta la critica di Euripide alla guerra, ma declinata come espressione tipica del potere maschile.

È Ecuba l’anziana (interpretata da Eva Robins) a sostenere la trama, girando sul palco intorno a un palo, simbolo fallico per eccellenza. Qui il linguaggio teatrale si amplia e si fa diretto, dimostrando che non deve essere per forza didascalico, simbolico o onirico. Una grande scritta chiede provocatoriamente: Lo vedete il palo?

Seguono altri suggerimenti, come un elenco di eroi adulteri, mentre si proclama che la donna adultera deve morire.

In una miscela di movimenti e oggetti dal sapore pop e trash, la disgrazia che devono subire queste donne appare come qualcosa che va oltre la guerra di Troia. Le troiane non sono diventate schiave, lo erano già, viene detto chiaramente.

È il patriarcato ad aver costruito, con la forza e con la guerra, la sua egemonia, creando una gerarchia sociale squilibrata. Il controllo e la violenza sui corpi delle donne, descritte come strategia del vincitore, sembrano richiamare molto da vicino ciò che ancora accade ogni giorno.

Queste donne, che aspettano in un non-luogo, sono detriti lasciati dai maschi. Ma il loro essere apparente – la vecchia triste, la pazza, la moglie obbediente, la donna seduttiva – è solo la rappresentazione di un ruolo imposto da altri: un'altra forma di coercizione, dalla quale è bello liberarsi. E lo fanno, tornando ad essere semplicemente attrici, raccontando il momento più felice della propria esistenza.


📍 Teatro Elfo Puccini – Sala Shakespeare

Corso Buenos Aires 33, Milano

🎫 Prezzi:
Intero € 34 | Under 25 € 15 | Over 65 € 20 | Online da € 16,50

🕰 Orari:
Lunedì 16, Mercoledì 18 e Giovedì 19 ore 20:30
Martedì 17 ore 19:30

📞 Biglietteria:
Tel. 02.0066.0606 – biglietteria@elfo.org – WhatsApp 333.20.49021

attrici in scena

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