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Mary Shelley, autrice di Frankenstein, protagonista di uno spettacolo con audio binaurale

  • Mariella Bussolati

Mary Shelley, l'autrice di Frankenstein, ebbe una vita intensa, complicata, fuori dalla norma. La vita di una vera eroina. Non di quelle che vivono avventure di guerra, ma di quelle che creano mondi intellettuali, cultura, conoscenza. Ed è proprio a lei, e non al più famoso libro che ha scritto, che è dedicata questa pièce con la regia di Ivonne Capece, direttrice artistica del Teatro Fontana.

Frankenstein, però, non è stato solo un romanzo, ma molto di più. Non solo ha condizionato pesantemente il dibattito e le scoperte scientifiche in campo biologico, ma nella vita dell'autrice ha alimentato una riflessione continua sul significato della propria esistenza. In un'epoca in cui le donne, e in particolare le artiste, erano considerate una "mostruosità", non restava altro che mettere sotto la cenere la propria grandezza e rinnegare la propria creatura, che a sua volta parlava di un'altra creatura. Il tema del riconoscimento di sé è centrale e viene esplorato attraverso un percorso onirico, sottolineato da video che appaiono sulla scena. Così realistici da farci dubitare: l’attrice che interpreta la madre, o la ballerina che esprime il dramma della nascita in una danza contratta, sono proiezioni o sono realmente lì?

Frankenstein

A questo affascinante stordimento contribuisce anche l'effetto acustico. Quando si scende in sala, infatti, si ricevono un paio di cuffie che permettono di accedere all'audio binaurale, un metodo di registrazione stereofonica che crea un effetto tridimensionale sorprendentemente naturale. Il palco, così, si dilata, e con esso l’esperienza stessa. Invece di sentire la solita voce teatrale, è possibile percepire un sussurro. Non c’è solo il fronte del palcoscenico: il suono avvolge da ogni direzione, persino da dietro. In questo modo lo spettatore può immergersi completamente, o meglio ha la sensazione di essere lui stesso sul proscenio e vivere in prima persona la storia.

Maria Laura Palmieri, nei panni di Mary Shelley, si muove naturalmente tra le immagini proiettate, e a tratti sembra anche lei, come le figure virtuali, essere dappertutto. Il testo non può fare a meno di sottolineare la vicenda femminile profondamente incisa nella storia della Shelley, e non solo per il mancato riconoscimento della sua professione. Sua madre morì di setticemia 12 giorni dopo averla messa al mondo. E lei stessa perse tre figli. La maternità, dunque, era un suo tema. Forse Frankenstein, lo scienziato (poiché il mostro non ha nome), rappresenta proprio tutte le donne, le uniche creature così "mostruose" da essere capaci di dare vita alla vita.

📍 Teatro Fontana

📌 Via Gian Antonio Boltraffio, 21, 20159 Milano MI

🗓 Dal 12 al 16 marzo

Orari:

  • Mercoledì - Venerdì: ore 20.30
  • Sabato: ore 19.30
  • Domenica: ore 16.00

🎟 Prezzi:

  • Intero: 25 €
  • Under 30: 15 €
  • Over 65 / Under 14: 12 €
  • Convenzioni: 20 €
  • Scuole di teatro: 12 €
  • Prevendita e prenotazione: 1 €

📞 Info e prenotazioni:
☎️ +39 0269015733
📧 biglietteria@teatrofontana.it
🔗 www.vivaticket.com

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