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"Vizita" al Teatro Fontana: la storia di un angelo e di tutti gli stranieri

  • Mariella Bussolati

Liberamente ispirato al celebre romanzo La visita meravigliosa (The Wonderful Visit, 1895) di Herbert George Wells, lo spettacolo Vizita porta in scena un racconto onirico e allo stesso tempo profondamente ancorato alla realtà.

Un angelo viene scambiato per un grosso uccello e ferito a un’ala dal vicario del villaggio, che lo colpisce mentre è a caccia. Il prete, incapace di riconoscerne la vera natura – o forse negandola a se stesso – cerca di imporgli le regole della società, anziché accettarne l’unicità. Ma il tentativo di "normalizzare" la sua diversità fallisce, e l’angelo diventa il bersaglio di una persecuzione.

Solo pochi personaggi – il matto del paese, il parroco (tormentato dal senso di colpa per avergli sparato) e un contadino – riescono a provare, a tratti, un senso di compassione.

Lo spettacolo, denso di significati e riflessioni, trasporta inevitabilmente lo spettatore in una dimensione di profonda introspezione.vizita teatro fontana2025


Una riflessione sull'identità e sulla paura del diverso

La compagnia, interamente albanese, recita in lingua originale, con sottotitoli proiettati sopra il palco. Se nel romanzo di Wells si criticava il conformismo e il perbenismo vittoriano, qui la narrazione si concentra sulle loro conseguenze: la paura dello straniero e il rifiuto di ciò che non si conosce.

Chiunque non venga riconosciuto diventa un pericolo. Tuttavia, lo spettacolo non si limita a raccontare l’emarginazione del "diverso", ma esplora la complessità psicologica di chi esclude. Emergono tutte le contraddizioni umane, e persino l’angelo finisce per lasciarsi contaminare da queste dinamiche.

"Si temono gli sconosciuti perché non si conosce se stessi."

L’angelo non è qui rappresentato come un giovane splendente e forte, ma come una figura curva, appesantita dalla situazione, incapace persino di volare via da quella che si rivela una trappola.

L’unico spiraglio di libertà arriva attraverso la musica: quando suona il violino, le sue melodie paradisiache gli restituiscono un frammento del suo mondo perduto. Sarà proprio la musica a offrirgli, infine, una via di fuga, grazie all’incontro con l’unica persona nei cui occhi ha intravisto un riflesso della sua dimensione.


Un allestimento intenso, ma con qualche limite tecnico

La regia di Davide Iodice, le splendide musiche di Lino Cannavacciuolo e la straordinaria interpretazione degli attori danno vita a uno spettacolo potente e coinvolgente.

L’unico aspetto critico riguarda i sottotitoli, che avrebbero potuto essere meglio integrati nell’opera artistica. Risultano poco chiari, difficili da leggere nelle file posteriori e talvolta fuori sincrono. Tuttavia, la qualità della messinscena compensa ampiamente questo inconveniente.


📍 Teatro Fontana – Milano

📍 Via Gian Antonio Boltraffio, 21, 20159 Milano
📅 Dal 27 febbraio al 2 marzo

⏰ Orari spettacoli

  • Giovedì - Venerdì: 20:30
  • Sabato: 19:30
  • Domenica: 16:00

💰 Prezzi biglietti

  • Intero: 25 €
  • Under 30: 15 €
  • Over 65 / Under 14: 12 €
  • Convenzioni: 20 €
  • Scuole di teatro: 12 €
  • Prevendita e prenotazione: 1 €

🎟 Info e prenotazioni
📞 +39 0269015733
📧 biglietteria@teatrofontana.it

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