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La mattonella di Cadorna: storia vera di un pensiero positivo

  • Nicoletta Crisponi

Non so quanti di voi abbiano preso il treno che da Cadorna porta all’aeroporto di Malpensa e viceversa, il Malpensa Express, come nemmeno so quanti di voi abbiano letto questa scritta sul pavimento della banchina.

Ecco, appunto, ma dove?mattonella cadorna

Sono consapevole che ho la fissa dei dettagli, delle atmosfere, delle piccole cose belle che ci circondano in continuazione e che non tutti hanno il tempo o anche solo la testa di camminare naso all’aria o in questo caso, in terra ed è per questo che sono qui ora a dirvi che proprio lì c’è una mattonella con un messaggio.

Tutti i passi che ho fatto nella mia vita mi hanno portato qui, ora

Every step i have take in my life had lad me here, now

Lo trovo bellissimo. Già tutti i passi, ma proprio tutti tutti i passi che ho fatto fino ad oggi mi hanno portato in questo preciso istante dove sono. Una metafora che ricorda un po’ il fiume dove non ci si può bagnare due volte di Eraclito. Non importa quante volte siamo caduti, abbiamo corso, abbiamo fatto dietro front, siamo stati rallentati da stampelle o bloccati a letto dall’influenza o semplicemente dalla pigrizia: oggi siamo qui e ogni cosa è servita a questo. 

Domani chissà, di sicuro ogni tanto i miei mi ci riporteranno alla mattonella, quasi sia una tappa a segnare la presa di coscienza dello scorrere della mia vita, a prendermi un attimo per pensare. Ormai ogni volta che non sono in corsa per saltare al volo sul treno (io e il mio maledetto essere sempre al minuto!) e sono con qualcuno che so capirebbe, lo porto a vedere la mattonella, quasi come una reliquia da ammirare e condividere con le persone speciali.

Sono piccole cose nelle quali quando abbiamo la fortuna di incappare e che ci possono dare una nuova luce. Sono fatta così, romantica e attaccata alle frivolezze e quando incontro qualcuno come me mi sento un po’ più felice e meno pazza in una quotidianità che non ha nemmeno il tempo di sorridere. Se qualcuno ha proposto quella mattonella è perché ha voluto condividere queste parole con chiunque avesse avuto voglia di leggerle, voglia di accorgersi di una pietra diversa tra tante pietre uguali.

Non basta, non si è solo limitato a proporla ma ha chiesto un’autorizzazione e ha portato avanti la sua idea fino alla sua posa e visti i tempi burocratici dei quali il nostro bel Paese può vantarsi, non è stato uno sforzo da poco. Magari mesi di pratiche su pratiche aspettando che qualcuno leggesse e approvasse, o forse è stato il capo dei capi a volerla e gli è bastato scarabocchiarla sul tovagliolino del pranzo per vederla lì nel giro di pochi giorni; come sempre e come in tutte le cose, è questione di gerarchie. In ogni caso poco importa, qualcuno l’ha voluta e ora lei se ne sta lì con la pioggia e con il sole, con la neve e con le foglie che in autunno l’accarezzeranno, la mattonella di Cadorna.

Per questo motivo oggi faccio anch’io la mia parte raccontandovi di lei che se ne sta sulla banchina uno della stazione di Milano Cadorna sperando che anche i vostri passi possano condurvi fino a lì a vederla, che possa farvi riflettere e apprezzare le piccole cose della vita che ogni giorno sono lì in agguato pronte a portar un po’ di colore.

Il mio personale ringraziamento va a colui che ci ha fatto il dono di questo pensiero, chiunque sia.
 

Vi lascio con le parole di Ruth Bidgood:

Inutile chiedersi che lago protetto da aironi
si trovava nell’altra vallata,
o rimpiangere i canti del bosco
che non avevo attraversato.
Inutile chiedersi dove
potevano portare altre strade,
dato che portavano altrove;
poiché è solo qui e ora
la mia vera destinazione.
È dolce il fiume nella tenera sera
e tutti i passi della vita mi hanno
portata a casa.

 Nicoletta Crisponi
 

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