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Prevenire e curare il glaucoma: intervista al Dottor Vincenzo Pagliara

vincenzo pagliara

Il glaucoma è una patologia seria e grave, che può causare danni permanenti agli occhi di qualsiasi individuo, nel caso in cui non venisse curata in tempo.

Per saperne di più, su come curare e soprattutto prevenire questa patologia, abbiamo voluto intervistare il Dottor Vincenzo Pagliara, medico Chirurgo Specialista in Oculistica, titolare dei suoi studi a Salerno e a Baronissi, Docente di Oculistica e Oftalmologia presso l’Università Universo Humanitas, docente presso Università Cattolica e responsabile di branca Oculistica, oltre a essere docente di Anatomia e Fisiopatologia Oculare all’ Istituto  Superiore  di Stato di Ottica , impegnato nella prevenzione e cura di glaucoma, ambliopia e retinopatie.

Dottor Pagliara, una patologia che non va assolutamente sottovalutata, in effetti cos’è il glaucoma e quali sono le cause che lo causano?

Il glaucoma è una malattia dell’occhio caratterizzata da un danno progressivo del nervo ottico, che ha la funzione di trasmettere le informazioni visive dall’occhio ai centri cerebrali. E’ dovuto principalmente all’aumento della pressione intraoculare, i cui valori normali sono compresi tra 14 e 18 mm Hg; ciò provoca schiacciamento e cattiva irrorazione sanguigna del nervo ottico, fino alla apoptosi, cioè la  morte delle sue cellule. Tale aumento è dovuto a difficoltà a defluire verso l’esterno dell’umor acqueo, un liquido prodotto continuamente all’interno dell’occhio. Il danno al nervo ottico, se non diagnosticato e curato in tempo, provoca una riduzione permanente del campo visivo fino alla perdita della vista. Oggi, grazie all’utilizzo di nuovi farmaci, è sempre più frequente riuscire a controllare la malattia con la terapia medica, ricorrendo solo raramente alla chirurgia, ma è indispensabile una diagnosi precoce.

Quanto è frequente e quali sono i principali fattori di rischio?

Secondo recenti studi circa il 2% della popolazione sopra i 40 anni soffre di glaucoma. Nei prossimi anni ci si aspetta un aumento della malattia del 30%, in quanto l’incidenza del glaucoma aumenta linearmente con l’età, e gli anziani saranno sempre più numerosi.

Tra i fattori di rischio la pressione intraoculare è il più importante, in quanto l’incidenza del glaucoma aumenta in modo esponenziale con tale fattore, ma non l’unico.  Bisogna sempre considerare la  familiarità , in quanto se i genitori sono affetti da glaucoma il rischio è 2 volte, se lo sono i fratelli 3 volte. Inoltre vi sono fattori oculari che rendono il nervo ottico più suscettibile, come miopia, emorragie o atrofie della retina intorno al disco ottico. Infine vanno considerati anche fattori vascolari come il vasospasmo (circa la metà dei glaucomatosi normotensivi soffre di emicrania), l’ipotensione arteriosa, il diabete,una maggiore viscosità del sangue e le malattie cardiovascolari.

Quali potrebbero essere i sintomi e quante forme di glaucoma si possono riscontrare ?

La sua forma più frequente è il glaucoma cronico ad angolo aperto,  una malattia subdola e quasi sempre asintomatica, (in quanto solo in una minoranza dei casi può dare cefalea o dolore al bulbo oculare), pertanto viene chiamato “il ladro silenzioso della vista”.  Solo nelle fasi tardive, quando ormai il danno al nervo ottico è già avanzato, si manifestano evidenti difficoltà visive fino alla cecità. Importante è scoprire le alterazioni iniziali con specifici esami strumentali, come il campo visivo computerizzato. Con tale esame si evidenziano aree di ridotta sensibilità della percezione luminosa, che provocano una progressiva riduzione del campo visivo, tipico è il restringimento glaucomatoso, per cui il paziente perde progressivamente la visione periferica, vedendo solo gli oggetti posti davanti a sé, ma non lateralmente. Tale glaucoma cronico è dovuto alla difficoltà che incontrano i liquidi prodotti all’interno dell’occhio a defluire attraverso una specie di filtro chiamato "Trabecolato". Altra forma meno frequente è il glaucoma acuto ad angolo chiuso, l’unico che insorge rapidamente con dei sintomi evidenti quali cefalea, dolore ed arrossamento oculare, che insorge per una chiusura dell’angolo, cioè la zona da cui l’umor acqueo fuoriesce dal bulbo, che in questi casi è più stretto. Altri tipi di glaucoma, più rari, sono il glaucoma a bassa pressione, dove si producono dei danni al nervo ottico pur con valori pressori compresi nei limiti di normalità; il glaucoma congenito che, comparendo subito dopo la nascita nei bambini con occhi molto grandi detto "Megalocornea", necessita di un intervento chirurgico precoce, ed il glaucoma iatrogeno, dovuto all’uso prolungato di farmaci come il cortisone.

Come avviene la diagnosi?

La corrette diagnosi di glaucoma può essere effettuata soltanto dal medico oculista con una serie di   indagini semplici ed indolori come:

Anamnesi, cioè l’indagine sulla storia personale e familiare (esiste una sicura familiarità).

Tonometria, cioè la misurazione della pressione endoculare, i cui valori normali sono tra 14 e 18 mm Hg.

Gonioscopia, per valutare le vie di deflusso dell’umor acqueo.

Esame del fondo oculare, per valutare un eventuale alterazione del nervo ottico.

Esame del campo visivo, per evidenziare zone in cui la visione è ridotta o perduta, testando la sensibilità all’intensità luminosa nei vari punti.

Pachimetria, per misurare lo spessore della cornea, in quanto esiste una stretta correlazione tra tale valore e la pressione intraoculare.

A volte si richiedono indagini altamente tecnologiche come OCT, GDX, HRT.

Una volta accertata la presenza della patologia, quale potrebbe essere la terapia ideale?

La terapia del glaucoma si basa sulla riduzione della quantità di umor acqueo  all’interno dell’occhio, che di solito si ottiene con farmaci, più raramente con il laser o con la chirurgia. Attualmente sono sempre più numerosi i colliri a disposizione, con specifiche indicazioni e controindicazioni. In base al meccanismo d’azione possiamo dividerli in due gruppi:

Farmaci che riducono la produzione di umor acqueo come beta bloccanti, inibitori dell’anidrasi carbonica, alfa 2 agonisti.

Farmaci che migliorano il deflusso dell’umor acque cioè derivati dalle prostaglandine, simpaticomimetici adrenergici.

Nuove sono le associazioni, cioè due farmaci presenti in un solo collirio, molto efficaci, con numerosi vantaggi, quali una maggiore compliance, in quanto riducono la frequenza delle istillazioni, e quindi minori effetti collaterali dovuti ai conservanti. Alcuni colliri sono controindicati in asmatici e cardiopatici, tipo i beta bloccanti, altri raramente possono dare iperemia e congiuntivite, mentre altri ancora possono migliorare la perfusione della testa del nervo ottico come simpaticomimetici e alfa 2 agonisti. Infine esistono farmaci per uso orale che hanno un effetto neuro- protettivo ed a volte anche ipotonizzante, che vanno ad integrare l’azione dei colliri, in quanto lo scopo della terapia è quello di proteggere le fibre nervose che costituiscono il nervo ottico.

Dottore sappiamo bene che la prevenzione è fondamentale.

Cosa   consiglierebbe ai nostri lettori per prevenire il glaucoma?

Sicuramente, dopo i 40 anni, quando iniziano le prime difficoltà nella visione da vicino, è indispensabile rivolgersi ad un medico oculista e controllare la pressione intraoculare, per diagnosticare per tempo una malattia familiare, asintomatica  ed in aumento come il glaucoma.

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