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Social media, scroll infinito e gioco d’azzardo: come nasce la dipendenza e cos'è il modello Hook

Viviamo in un’epoca in cui le dipendenze non hanno più solo a che fare con sostanze chimiche. Sempre più spesso, le nostre abitudini quotidiane – dallo scrollare Instagram al tentare la fortuna con scommesse online – diventano compulsioni difficili da controllare. A collegare questi fenomeni, c'è un preciso meccanismo psicologico: il modello Hook, usato da molte piattaforme per generare abitudini (e dipendenze) nei propri utenti.social media slot mf ia


Il nuovo volto della dipendenza

Quando pensiamo a una dipendenza, spesso immaginiamo l’alcol, la nicotina o le droghe. Ma negli ultimi decenni si sono affermate nuove forme di dipendenza comportamentale, altrettanto insidiose:

  • Social media addiction: l’uso compulsivo di piattaforme come Instagram, TikTok o Facebook.

  • Scroll infinito: il continuo scorrere dei feed, senza un obiettivo preciso, spesso per ore.

  • Gioco d’azzardo online: scommesse sportive, casinò digitali, poker e slot machine virtuali, accessibili h24 da smartphone e computer.

Queste attività condividono alcuni elementi chiave: rilasciano dopamina nel cervello, offrono gratificazioni immediate e, soprattutto, sfruttano i meccanismi del reward system, lo stesso sistema neurologico coinvolto nelle dipendenze da sostanze.


Il modello Hook: la trappola perfetta

Il modello Hook, teorizzato da Nir Eyal nel libro Hooked: How to Build Habit-Forming Products, è un framework in quattro fasi che descrive come le aziende tecnologiche creano prodotti capaci di generare abitudini:

  1. Trigger (innesco): qualcosa che spinge l’utente ad agire. Può essere esterno (notifica, email) o interno (noia, solitudine).

  2. Action (azione): il comportamento che l’utente compie, ad esempio aprire l’app o piazzare una scommessa.

  3. Variable reward (ricompensa variabile): una gratificazione imprevedibile. È qui che si scatena la dopamina. Nei social può essere un “like”, nel gioco d’azzardo una vincita occasionale.

  4. Investment (investimento): l’utente “investe” tempo, attenzione o dati. Più si investe, più è difficile abbandonare il ciclo.

Le aziende tech e i siti di gioco d’azzardo usano deliberatamente questo modello per aumentare il tempo speso sulle loro piattaforme e rendere sempre più difficile “staccarsi”.


Scrollare senza fine: il feed come slot machine

L’infinite scroll (scorrimento infinito) è uno degli strumenti più potenti per agganciare l’utente. Funziona esattamente come una slot machine:

  • Ogni volta che scrolliamo, il cervello si aspetta una nuova “ricompensa” (un post interessante, una foto, una storia).

  • La ricompensa è variabile e imprevedibile, quindi ancora più efficace nel mantenere l’attenzione.

  • L’assenza di una fine chiara al contenuto (come accade invece in un libro o in un film) impedisce la chiusura dell’esperienza e favorisce il loop continuo.


Il gioco d’azzardo digitale: la dipendenza nascosta

Il gioco d’azzardo online ha superato il gioco fisico in termini di accessi e volume d’affari. Le dinamiche sono le stesse delle app social:

  • Notifiche push con offerte e bonus personalizzati.

  • Ricompense intermittenti: vincite occasionali che stimolano il cervello a “ritentare”.

  • Gamification: livelli, obiettivi, classifiche. Elementi presi dal mondo dei videogiochi per fidelizzare gli utenti.

Tutto questo in un contesto spesso privo di limiti o controlli reali, con un pubblico che va dai giovani ai pensionati.


Conseguenze psicologiche e sociali

Le dipendenze da social e gioco d’azzardo hanno un impatto pesante:

  • Ansia e depressione: legate al confronto sociale e alla dipendenza dalla validazione esterna.

  • Disturbi del sonno: causati dall’uso eccessivo di dispositivi, soprattutto la sera.

  • Problemi economici e familiari: in particolare per chi cade nella spirale del gioco d’azzardo compulsivo.

In entrambi i casi, si assiste a una perdita del controllo e a una dissociazione dalla realtà, con conseguenze che vanno ben oltre l’ambito digitale.


Cosa si può fare?

A livello personale:

  • Impostare limiti di tempo su app e giochi.

  • Disattivare le notifiche non necessarie.

  • Praticare la consapevolezza digitale: chiedersi “perché sto aprendo questa app?”.

  • Usare app che bloccano lo scroll infinito o monitorano l’uso del telefono.

A livello sociale e politico:

  • Promuovere educazione digitale nelle scuole.

  • Regolamentare le app e i giochi con meccanismi di protezione, come avvisi di tempo o limiti di spesa.

  • Offrire servizi di supporto psicologico specializzati nelle nuove dipendenze.


Il social media e il gioco d’azzardo online non sono il male in sé. Ma diventano pericolosi quando smettiamo di usarli e cominciano loro a usare noi. Comprendere come funzionano – e quali meccanismi psicologici sfruttano – è il primo passo per liberarsene e tornare a essere protagonisti del nostro tempo.

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