Altra vittima della strada a Milano
Le notizie di cronaca di questo genere ormai non meravigliano più.
E perché dovrebbero, chi si stupirebbe ancora nel venire a conoscenza dell’ennesimo “omicidio stradale”?
Basta leggere gli ultimi bilanci dell’anno appena concluso sulla sicurezza stradale, il calo del 5,8% degli incidenti, del 2,8% degli incidenti mortali, del 4,4% dei decessi e del 5,8% dei feriti. “E’ un campo assolutamente importante sul quale continueremo a lavorare”, dice il Ministro dell’interno Angelino Alfano, eppure questi miglioramenti importanti non quietano gli animi degli italiani, che di queste stragi non ne vogliono più sapere.
E’ successo Sabato mattina all’alba, quando una banale disattenzione, o una bravata, è costata la vita ad un ragazzo ventiquattrenne, A. Gioia. Il giovaneha scavalcato le recinzioni e attraversato la Provinciale 14 Rivoltana, alle porte della città di Milano, ancora immersa nel buio, ed èstato falciato da un veicolo poi allontanatosi senza prestare soccorso. Le lesioni del giovane lasciano pensare sia stato investito da un autotreno, per cui il conducente, date anche le condizioni di scarsissima visibilità, potrebbe non essersi accorto di nulla. Ancora non sono chiare le dinamiche, ancora non si può affermare con certezza se si tratti del classico “pirata della strada” o di un semplice incidente.
Erano circa le 5.30 quando Alessandro Gioia, dopo una serata trascorsa in giro per i locali della zona, aveva fatto l'ultima tappa al McDonald's presso il luna park di Segrate, solitamente aperto tutta la notte. A quel punto avrebbe detto agli amici di voler fare due passi da solo all'Idroscalo e si è diretto verso la Rivoltana, in quel tratto una superstrada con tanto di barriere ai lati e guard rail al centro. Il ragazzo ha scavalcato le rete metallica e si è inoltrato sulla carreggiata venendo immediatamente travolto. Gli amici si sono resi conto di quanto successo e hanno chiamato i soccorsi, ma non c'era più nulla da fare: il personale del 118 ha solo potuto constarne il decesso. È subito apparso evidente come le lesioni riportate fossero compatibili più con un autotreno che con un'auto, particolare che, abbinato alla scarsa visibilità il quel tratto dove la Sp 14 è scarsamente illuminata e a quell'ora spesso invasa dalla foschia, lascia immaginare come l'autista possa non essersi accorto di nulla.
Sul posto i carabinieri di Segrate sono alla ricerca della verità, tentando di chiarire cosa sia realmente successo, e perché Alessandro, che a Pantigliate tutti descrivono come un ragazzo maturo ed attento, abbia deciso di attraversare una strada così pericolosa e scarsamente illuminata a quell’ora del mattino.
“Era il classico ragazzo modello, studente di architettura, benvoluto dagli amici, grande sportivo, terzino nella Pantigliate, formazione di prima categoria. Un ragazzo con la testa sulle spalle”. Così lo descrivono i conoscenti e Stefano Giandini, vicepresidente della Patigliate calcio.
“Il 2015 sarà l’anno in cui interverremo sull’omicidio stradale, aspetteremo che sia il Parlamento a legiferare, dato che la discussione è in fase avanzata, ma se non lo farà il Parlamento lo faremo noi. Il tempo delle impunità è finito”. Così dice il premier Renzi, in seguito alle stragi dovute alla sicurezza stradale, che, seppur in diminuzione, contano ancora un numero considerevole di vittime.
Eppure neanche tali affermazioni meravigliano il popolo italiano; siamo tutti dei santi di fronte a questi eventi, e siamo tutti portati ad cercare un colpevole, per chiuderlo dietro le sbarre e sentirci a posto con la coscienza.
Assassini e santi, così ci insegna la storia. Ancora la gente non ha capito che siamo semplicemente di fronte a un susseguirsi di catastrofi, dove l’uomo è vittima e colpevole delle sue stesse azioni.
Elisa Bellino