Annullamento prove Specializzazione in Medicina: lettera all'Ordine dei Medici

La lettera della dottoressa, indirizzata all'Ordine dei Medici di Brescia, e poi condivisa sui vari gruppi fondati su Facebook dopo la decisione del MIUR di dover svolgere nuovamente la prova il 7 novembre, è ora usata come prototipo dai giovani medici di tutta Italia e viene inviata agli Ordini dei Medici di tutto il Paese.
Oggetto: CONCORSO NAZIONALE PER LE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE IN MEDICINA E CHIRURGIA: ANNULLAMENTO DELLE PROVE DI AREA MEDICA E DEI SERVIZI CLINICI
Stimatissimi
Presidente e Consiglio Direttivo
Dell’Ordine dei Medici - Chirurghi e Odontoiatri di Brescia,
come sarà a Voi noto, invece di avere le graduatorie nazionali (5 Novembre) per il concorso pubblico nazionale per le Scuole di Specializzazione in Medicina e Chirurgia, dovremo sostenere un nuovo test (7 Novembre), perché tramite un comunicato ufficiale diramato dal Ministero si è appreso che “a seguito dei controlli di ricognizione finali sullo svolgimento dei test, il Miur ha rilevato una grave anomalia nella somministrazione delle prove scritte del 29 e del 31 ottobre che riguardavano rispettivamente le Scuole dell’Area Medica e quelle dell’Area dei Servizi Clinici”.
Il Cineca, il Consorzio interuniversitario incaricato di somministrare il test, ha ammesso “un errore nella fase di codifica delle domande durante la fase di importazione”, che ha comportato l’inversione dei quesiti delle prove del 29 ottobre con quelli del 31 ottobre.
L’inversione ha riguardato “esclusivamente” le 30 domande comuni (1/4 della prova) a ciascuna Scuola delle due Aree, Medica e dei Servizi Clinici, e, come conseguenza di tale errore, il Ministero ha stabilito l’annullamento e la ripetizione delle prove in questione nella giornata del 7 novembre nelle stesse sedi in cui si sono svolti precedentemente i test.
Desidero elencare di seguito la situazione che abbiamo dovuto e dobbiamo sopportare:
>L’attesa di un bando per un anno, dal momento che l’ultimo concorso è stato indetto con Decreto Ministeriale il 24 aprile 2013. Quindi vi sono stati mesi di vita sospesa, senza poter pianificare lavoro e vita personale, con conseguente stress in attesa di conoscere che cosa ne sarebbe stato del nostro futuro per un bando che sarebbe dovuto uscire a inizio anno ed è stato pubblicato a inizio agosto.
>Mesi di studio e preparazione per un esame fondamentale per il nostro futuro senza che ci fosse fornita una bibliografia di riferimento, senza una chiarezza sulla modalità di formulazione dei quesiti e con una nuova valutazione del curriculum completamente diversa rispetto ai bandi precedenti. Inoltre, molti di noi hanno rinunciato a lavori e/o contatti per potersi preparare al concorso.
>Il numero di “borse” si è dimostrato inadeguato non solo non permettendoci di diventare tutti il medico che desideriamo essere, ma anzi obbligandoci, a volte, a scegliere specializzazioni che non ci convincono pur di avere un futuro professionale. Inoltre, l’inadeguatezza delle “borse” risulta ancora più importante se si pensa al gap di un anno di specializzandi dovuto alla mancata indizione del bando: avrebbero dovuto raddoppiare le borse e non giocare sui numeri.
>Il luogo nel quale avremmo dovuto svolgere la prova è stato reso noto la notte del 21 ottobre in vista dell’inizio dei test il 28 ottobre, nella maggior parte dei casi in località diverse dal proprio domicilio, costringendoci pochi giorni prima della prova a spendere importanti energie mentali nell’organizzazione della trasferta, spesso anche molto distante da casa e in luoghi scomodi da raggiungere.
>Abbiamo affrontato prove psicologicamente e fisicamente impegnative con la consapevolezza che il nostro futuro sarebbe stato deciso da test a crocette molto distanti dalla valorizzazione del lavoro medico, creando stress e disagio economico non solo a noi concorrenti, ma anche alle nostre famiglie.
>Infine, il primo di Novembre, quando il peggio sembrava essere passato, c’è stata la dichiarazione del clamoroso errore del CINECA! Per cui per questo gravissimo errore NOI dobbiamo rifare il test ed ancora PAGARE: pagare in termini di stress psicofisico, date l’importanza per la nostra professione di tale concorso e la consapevolezza che i risultati potrebbero essere più sfavorevoli rispetto al primo test eseguito, e pagare in termini economici, perché dovremo nuovamente spostarci verso il luogo del test e per farlo molti di noi dovranno rinunciare a lavori o altri impegni già organizzati. E in tutto ciò il CINECA si è scusato del disguido, rivolgendosi a noi come STUDENTI e non come medici. Oltretutto mi risulta sia illegale chiederci di ripresentarci ad un concorso pubblico con solo 6 giorni di preavviso prima dello svolgimento di questo, dal momento che ne dovrebbero passare almeno 15 (D.P.R. n. 487 del 9.05.1994) e annullare solo una parte di test aggrappandosi al fatto che si sia verificato un errore e non un’irregolarità.
In considerazione di ciò che è accaduto a ben 11.000 colleghi chiedo SOSTEGNO E UNA PRESA DI POSIZIONE da parte dell’Ordine che mi rappresenta perché il disappunto, il disagio e lo sdegno che stiamo provando possa essere condiviso da parte di tutta la classe medica, anche perché noi rappresentiamo la salute italiana futura.
Quale scenario si profila per noi giovani medici:
- Molti di noi emigreranno all’estero per ovviare a questa farsa, ciò provocherà una fuga di medici riconosciuti come preparati in tutta Europa e causerà non poche difficoltà personali per l’abbandono del proprio paese, quindi dei propri cari e delle proprie radici a una età nella quale molti di noi hanno già intrapreso progetti importanti per la propria vita.
- Quando molti colleghi più anziani andranno in pensione non ci saranno sufficienti giovani specialisti a prendere il loro posto e questo comporterà un’invasione di medici specialisti stranieri (come già avviene in Francia e Gran Bretagna).
- Se saremo ancora in Italia e non potremo specializzarci, saremo obbligati a fare guardie e sostituzioni per il resto della vita, rinunciando a fare ciò per cui abbiamo lottato per buona parte del nostro percorso di studi, rischiando di incorrere nella disoccupazione dal momento che il numero dei non specializzati aumenterà sempre di più: solo quest’anno rimarranno a casa circa 7000 medici ed ogni anno il numero rischierà di aumentare. Se il test di ammissione a medicina permette di far entrare un certo numero di studenti, lo Stato, che investe una cospicua somma per la nostra formazione, deve garantire anche la possibilità di concludere il nostro percorso oltre la laurea.
- Infine è alquanto paradossale che se nella nostra professione commettiamo errori, questi vengano pagati sia legalmente sia con il peggioramento della qualità di vita del paziente e che l’errore del MIUR che coinvolge le nostre vite debba essere pagato ancora da noi.
Noi meritiamo il rispetto che non ci stanno dimostrando e che, in definitiva, non stanno dimostrando all'intera classe medica dal momento che noi ne facciamo parte.
In attesa fiduciosa di una Vostra risposta,
Porgo cordiali saluti
Dr.ssa Martinelli Alessandra, n° iscrizione all'ordine 09055