Arrigo Sacchi: un mito da ridimensionare
Il mito è - anche - mettere un personaggio sul piedistallo, oltre i suoi talenti e i suoi meriti. Come Arrigo Sacchi, celebratissimo ex allenatore del Milan.
Una serata degli anni Ottanta il Parma da lui allenato sconfisse i rossoneri a San Siro in una gara di Coppa Italia. In tribuna sedeva Silvio Berlusconi che, innamorato del gioco della squadra emiliana, dopo poco ingaggiò il suo trainer. E nacque la vulgata del Milan degli invincibili.
Ma la realtà è ben diversa, i tifosi del Diavolo di una certa età ricorderanno che Arrigo accantonò Maldini e Tassotti in favore del duo Bianchi-Mussi; nutriva dubbi sulla classe di Baresi, e riteneva Bortoluzzi il più completo centrocampista italiano. Finché una sollevazione popolare lo costrinse a mutar registro.
Al suo attivo va registrato l'aver costretto Berlusconi ad acquistare Rijkaard, quando il Cavaliere sognava (anche sulla scorta del parere di Menotti, c.t. argentino, che lo aveva definito più dotato di Maradona) Borghi in coppia con Gullit e Van Basten.
Trainer egocentrico e ossessionante, Sacchi, all'opposto di Nereo Rocco, pretendeva che i giocatori interpretassero sul campo i suoi schemi, al di là delle loro caratteristiche.
Avendo a disposizione il team delle meraviglie, ha vinto soltanto uno scudetto e, a detta di molti osservatori, soltanto perché il Napoli nel campionato 1987-88 ha gettato al vento nelle ultime giornate un buon vantaggio.
A differenza di Capello, Sacchi ha conquistato numerosi trofei continentali e mondiali, perché nei tornei brevi spremeva i suoi giocatori come limoni. Anche riguardo al suo gioco spavaldo, numerose riserve sovvengono. Era un gioco senza fantasia, basato sulla velocità e sul pressing, che, una volta capito, gli avversari imbrigliarono con facilità.
Sacchi sprofondò quando propose a Berlusconi di cedere Van Basten. Il Cavaliere, che di calcio ne capisce, intuì la paranoia del suo tecnico e lo regalò alla nazionale azzurra.
Ancora oggi Sacchi pontifica come opinionista su diverse reti televisive e i suoi pareri vengono accolti come oracoli pure dai giornalisti della carta stampata.
Ma, se osservate bene, il refrain è sempre quello : pressing, velocità e schemi asfissianti.
Qualche buontempone ha consigliato a Berlusconi di assumerlo come dt del Monza. Per scivolare in serie D, il suggerimento è perfetto.
Sacchi, come molti, deve la sua fortuna a Berlusconi. Ma a differenza di parecchi - questo bisogna riconoscerglielo - non ha mai ripudiato il suo mentore. E questo è uno schema vincente. Almeno per gli uomini d'onore.
Gaetano Tirloni