Attacco terroristico a Tunisi: il giorno dopo
La tremenda e terrificante guerra santa semina paura nell'animo di chi vorrebbe invece solo pace e serenità sociale. Questo è il quadro generale della realtà tunisina di oggi. Davanti al museo del bardo è in atto una manifestazione simbolica antiterrorismo, sventolando bandiere che portano la scritta: ”Tunisia libera, via i terroristi!”. In loco ci si rende conto che questo attentato ha colpito ancora una volta l’economia tunisina nei luoghi che vivono di turismo, e ciò si ripercuote negativamente su tutto il territorio. Oggi si garantisce la massima sicurezza contro gli atti terroristici, e fino ad ora sono stati arrestati 480 combattenti, che hanno provocato un grande disordine sociale.
Proprio il 18 marzo, giorno in cui è avvenuto l’attacco, nel parlamento, la cui sede si trova vicino al museo del bardo, si stava discutendo delle soluzioni da adottare contro il terrorismo. La MSC crociere ha fatto sapere che i turisti sono rientrati a bordo, aiutati dalle forze speciali. Attualmente sono ricoverati in ospedale 3 feriti italiani, mentre si parla di 5 vittime italiane, ma con sicurezza sono 4 i morti italiani in questo attacco terroristico. L’ISIS è composta in gran parte da giovani disoccupati che hanno trovato una collocazione apparentemente sicura, secondo il loro stile di vita e il loro pensiero fondato sulla ribellione bellica, ma soprattutto sono erroneamente guidati da un concetto di giustizia completamente diverso dal nostro.
La violenza che stanno facendo vedere i terroristi è destinata a finire prima o poi, ma c’è una grande responsabilità dell’occidente. Dobbiamo riflettere sul fatto che il terrorismo si nutre di povertà, di disoccupazione, di miseria e di assenza di forte economia. "L’Italia, dopo il periodo della guerra fredda, è tornata ad essere un paese forte, e ora mi auguro che l’Italia sia un paese che non si limiti a ragionare come tutti”. Così ha dichiarato la figlia di Craxi, che conosce molto bene la mentalità e la realtà tunisina, in un programma di Rai1. "Siamo tutti consapevoli che l’equilibrio della politica estera sta mostrando di vacillare, ma dobbiamo ricordarci che il terrorismo, anche se è figlio della povertà, è un'ideologia, contro la quale è difficile combattere". Così ha continuato Stefania Craxi, durante l'intervista televisiva, nel programma "storie vere", su Rai1.
"Questa gente sceglie di fare guerra per le proprie idee politiche e religiose, quindi prende una posizione ben precisa, dalla quale non si vuole distaccare". Questo è stato il commento di molti, che oggi discutono sul grave attacco. Inoltre, c’è stata una testimonianza per telefono, da parte di un italiano che si trovava in loco, e ha affermato che mentre costui si trovava nel pullman, i terroristi hanno sparato al museo. “Abbiamo passato un’ora di inferno, c’era un uomo che non trovava più sua moglie, e allora abbiamo cercato nell'altro pullman, ma appena questa persona è scesa, ha trovato la moglie morta, siamo rimasti tutti scioccati. Sono state delle scene terrificanti che ci hanno impaurito tremendamente. I militari che ci dicevano di scendere, e noi convinti che fossero militari veri, invece erano i terroristi vestiti da militari, quindi si è creata dentro di noi una grande confusione, che ci ha sconfortato e disorientato. L’unica cosa che io e mia moglie abbiamo pensato era che ci avrebbero ammazzato tutti, perché avevano le bombe!". Questa è stata la dichiarazione che ha fatto Domenico, che parlava al telefono, piangendo e mostrando il suo totale sconforto, ma anche la sua consapevolezza di sentirsi uno dei pochi fortunati. Stefania Craxi ha anche dichiarato, nel programma suddetto, che “la Tunisia ha fatto numerose manifestazioni a favore della pace, quindi ho fiducia in questa Tunisia, che nonostante tutto riesce a rialzarsi dalle tragedie vissute”. Gentiloni ha dichiarato: “L’Italia è in allerta contro le minacce dei terroristi, ma non siamo in guerra”. E noi di Milanofree sappiamo che di sicuro non bisogna sottovalutare la pericolosità delle azioni folli.