Ballottaggio Sala-Parisi, intervista al politologo Bruno Tucci
Domenica 5 giugno 2016, elettoralmente parlando, si sono confermate le previsioni: Sala e Parisi si contenderanno, il prossimo 19 giugno, lo scranno più alto di Palazzo Marino.
Da questa tornata son uscite conferme e alcune novità, che Bruno Tucci, politologo, ci precisa.
- Sorpreso dai risultati, professore?
Per nulla. Le urne hanno confermato una tendenza nata da qualche anno.
- Quale?
La disaffezione degli elettori verso la politica. Domenica a Milano han visitato i seggi - tenendo conto anche delle schede bianche e nulle - la metà degli aventi diritto al voto.
- Mettiamoci anche la furbata di Renzi di limitare l'esercizio di voto al solo giorno festivo.
Questo è secondario. Del resto, chi esercita il potere tende a conservarlo. E Renzi è meno superficiale di quel che sembra. Sa che i fans del suo schieramento accorrono comunque in massa alle urne, a differenza dei moderati.
- I grillini mantengono le posizioni.
Con qualche arretramento. E questo dimostra l'esasperazione degli elettori verso le formazioni classiche.
- Qualcuno dubita della compattezza del centrodestra meneghino.
E ha ragione. Qui convivono Lupi e Salvini, che la pensano diversamente su molti argomenti. Stanno uniti per questioni di potere. E anche perché sanno che frazionati perderebbero sicuramente.
- A proposito di coerenza. I seguaci di Lupi si comportano come i socialisti negli anni Settanta, Ottanta. Alleati con la dc a Roma e compagni di viaggio del Pci nelle periferie.
Semplificando, è così. Ma quarantanni fa il clima era diverso. Ora Area popolare rappresenta il peggior trasformismo.
- Cosa dovrebbe fare la politica per ricuperare il consenso dei cittadini.
Prima di tutto, mantenere le promesse. E poi essere davvero creativa. Sciogliendo il nodo corsoio che la lega ai poteri invisibili ma dittatoriali. Si rende conto che le decisioni che pesano sulla nostra vita vengono prese da un circolo sovrannazionale i cui cooptati pochi conoscono ?
- Dunque i sindaci contano poco.
Pochissimo. Se poi remano contro il pensiero unico dominante, rischiano incriminazioni ogni giorno, e anche la vita. Non esagero.
- Chi vincerà, secondo lei, il ballottaggio a Milano?
Sala, se le percentuali dei votanti rimarranno ai livelli di domenica. Sarà invece una lotta all'ultima preferenza qualora andassero alle urne diciamo più del settanta per cento degli iscritti alle liste elettorali.
Insomma, deciderà il partito virtuale ma potentissimo dell'astensione. Per la democrazia tira una brutta aria. Proprio il tornado previsto dai dissidenti russi quarant'anni fa.
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Per il centrodestra (Pdl, Lega e Fratelli d’Italia) il candidato a sindaco per le elezioni comunali 2016 a Milano è Stefano Parisi. Stefano Parisi, nato a Roma nel 1956, è stato general manager ai tempi del sindaco di Milano Gabriele Albertini. E' stato anche direttore generale di Confindustria e amministratore delegato di Fastweb. Oggi è al vertice della piattaforma di video on demand “Chili”. Laureato in Economia e Commercio all'Università Sapienza di Roma. |
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Per il centrosinistra il PD ha scelto tramite le primarie Giuseppe Sala che è uscito vittorioso sui due pupilli di Giuliano Pisapia. Sala, nato a Milano nel 1958, è stato commissario unico di Expo 2015. Laureato in economia aziendale all'Università Bocconi, Giuseppe Sala ha iniziato la sua carriera in Pirelli ricoprendo diversi incarichi. Dopo Pirelli è passato anche per Telecom nel ruolo di Direttore Generale e in Nomura Bank come Senior Advisor. Nel gennaio 2009 l'allora sindaco Letizia Moratti lo nomina Direttore Generale del Comune di Milano e ricoprirà poi il ruolo di Amministratore Delegato di Expo 2015 S.p.A. |