Bpm-Banco Popolare: una fusione contrariata da molti
C'erano una volta - come nelle fiabe - due istituti di credito a Milano, famosi per affidabilità e radicamento territoriale. Si chiamavano Cariplo (acronimo per Cassa di risparmio delle provincie lombarde) e Banca popolare di Milano. La pima - una delle casse di risparmio migliori del mondo, per unanime giudizio degli specialisti) - è sparita, inglobata nella galassia IntesaSanpaolo; la seconda, che ha resistito a sirene e terremoti ideologici, rischia di fare la stessa fine.
Si parla da settimane di una sua fusione con Banco Popolare, nonostante la contrarietà di molti dipendenti, soci ed azionisti. Cos è questa smania di aggregazione, nuova moda del capitalismo planetario? Ne parliamo con Filippo, un funzionario della Bipiemme, da trent'anni nei gangli delicatissimi del commerciale.
"Premetto che la nostra banca ha superato tempeste e bufere e attualmente veleggia tranquilla nel mare del credito. Dimensionata regionalmente, con alcune propaggini al centro sud, gode di solida fama in particolare nel mondo delle piccole e medie imprese e tra gli artigiani. "Continua : "Non vedo la necessità di fonderci con un istituto gravato da molti crediti inesigibili ed operante nelle nostre zone storiche. Questo, fra l' altro, comporterebbe disagi inenarrabili per i nostri dipendenti, costretti a pendolarismi inu mani, gravati da pesanti ripercussioni socio-famigliari ".
L'UE ce lo chiede, dice Castagna, vostro direttore generale e amministratore delegato.
Filippo ha uno scatto, poi si calma, e snocciola pacato : "Quando non si hanno argomenti, si passa la parola a terzi. La Bce ( banca centrale europea) chiede stabilità, soprattutto, bilanci corretti e politiche creditizie oculate." Precisa: "Le banche popolari, e in particolare la nostra, hanno in pancia poche sofferenze destinate a rimanere tali. Mentre i colossi del credito, quelli nati da incorporazioni e fusioni a tambur battente, sono sommersi da pratiche rosse, ovvero senza possibilità di rientro."
Cosa pensa del decreto Renzi-Padoan che costringerà le popolari di certe dimensioni a trasformarsi in società per azioni e abbandonare il voto capitario (ossia un voto per ogni socio, indipendentemente dalle azioni possedute) ?
"E' un golpe anticostituzionale che - mi creda - verrà dichiarato tale dalla Consulta ; ma intanto i danni li avrà provocati, e tanti.."
Si sussurra che ci sia la massoneria dietro a tale mossa....
"E chi lo sa. I liberi muratori, a dispetto del loro nome, hanno legacci strettissimi con l'occulto, non si conosce la loro identità e le loro mete prossime. Di certo non amano il modello cooperativo, contrario alla loro idea di mondo globalizzato e centralizzato."
Luzzatti, il fondatore della Popolare di Milano, è stato dunque tradito?
"Si, purtroppo anche da molti infiltrati negli anni scorsi, i quali hanno coartato la nostra banca per interessi meschini e di parte."
Dove sono iniziati i vostri problemi?
"Dall' acquisto della Banca di Legnano, comperata dall'allora presidente Mazzotta onde compiacere amici e amici degli amici, costata una fortuna."
Poi venne Ponzellini.....
"E chi l'ha presentato come il salvatore della patria, successivamente si è defilato. Mi consenta : un obbrobrio."
Dunque la tragedia è dietro l'angolo?
"Temo di si. E mi spiace per i giovani, arrivati qui troppo tardi per godere dei benefici di una cooperativa popolare all' avanguardia nella logica mutualistica."
Come ultima ratio, c'è sempre l'assemblea dei soci: potrebbe bocciare un'eventuale fusione.....
"Magari. Ma non ci contro troppo. Siamo stretti in una morsa. Siamo alla dittatura della peggior finanza sul capitale umano. Luzzatti si rivolterà nella tomba."
Rintocca la campana del vicino tempio dei gesuiti tanto caro a don Lisander. Filippo è atteso all'ennesima riunione, mentre molti suoi colleghi sciamano verso la mensa. Sospira. E pare il rantolo del condannato a morte.