• NEWS
  • Brescia: verità dopo 15 anni. False le accuse di abusi sessuali sui figli

Brescia: verità dopo 15 anni. False le accuse di abusi sessuali sui figli

faida famigliare“Nessuno ci ha mai chiesto di raccontare la nostra verità”.

A distanza di 15 lunghi anni i due ragazzi bresciani sono pronti a ribaltare completamente la fantomatica verità dei fatti, emersa nel primo atto del processo.

Si parla di un padre di famiglia, Ferdinando, accusato di abusi sessuali sui suoi due figli, Gabriele e Michele, all’epoca rispettivamente di 9 e 12 anni, a 16 anni di reclusione nel carcere di massima sicurezza di Sassari.

La storia si consumò 15 anni fa, tra la Sardegna, terra di origine della famiglia, e Brescia, dove padre, madre e figli si erano trasferiti in seguito, e dove sono scattate le prime denunce a carico del papà. Si tratta di fatti, “malintesi”, se così si vogliono definire, avvenuti nell’ambito di una burrascosa separazione coniugale, e in particolare segnati da un’accesa conflittualità tra i due genitori, e un’aspra battaglia per l’affidamento dei figli.

sentenza

“Nostra madre voleva la separazione, e ci spinse a mentire”; questo uno delle preziosi passaggi di un memoriale in cui il fratello maggiore, Gabriele, ora 24enne, confessa che gli abusi denunciati da lui e il fratellino nei confronti del padre, altro non erano che pure menzogne. Il diario fu consegnato agli educatori di una comunità del bresciano, dove il giovane ha vissuto fino alla maggiore età; ma nessuno rivelò la verità.

Una storia certamente drammatica, una verità che viene a galla dopo 15 anni di menzogne, portando alla luce un pesante carico di risentimento, vigliaccheria, violenza psicologica, ingiustizia, impotenza ed omissione.

Già a processo concluso, tre lustri di anni fa, era emerso, attraverso perizie mediche, che non si poteva stabilire con certezza se ci fosse stato o meno un abuso. I bambini, inoltre, dichiarano di essere stati imbottiti di bugie, falsità, vigliaccherie, dalla parte materna; un fiume di menzogne, dunque, accuse pesanti, quanto mai fantasiose. Raccontarono di essere stati costretti, insieme ad altri bambini, a partecipare ad una processione per le vie del paese, completamente nudi, e di essere stati filmati durante abusi sessuali. Anche tali aneddoti, come molti altri, risultano essere, a distanza di 15 anni, parole al vento.

difesa abuso sessuale

“Quello che io e mio fratello avevamo detto su mio padre, erano pure invenzioni di mia madre, che lo voleva allontanare da noi”.

I giudici del tribunale scrivono di una separazione coniugale segnata da un’aspra conflittualità, come spesso accade in famiglia, tra due genitori.

Una storia già sentita milione di volte, il solito fatto di cronaca, vittime e carnefici, ingiustizie e plagio su minori. Ma non per questo va ignorato.

Sei anni fa, era in corso il processo di appello del genitore; ma nessun educatore portò all’attenzione il diario di Gabriele, consegnato nel lontano 2009 alla comunità. Ora tale oggetto è stato allegato alla richiesta di revisione del processo.

Quel che è peggio, inoltre, è che i nodi, anche dopo 15 infiniti anni, vengono sempre al pettine, più spaventosi che mai.

I problemi famigliari, secondo i fatti emersi, iniziarono nel lontano 1998, quando moglie e marito decisero di separarsi. In seguito al trasferimento nella città lombarda, iniziò il calvario per l’affidamento famigliare, che vide protagonisti non solo la mamma e il papà, ma in primo piano subirono impotenti, il peso di questa violenza psicologica, i due bambini. Michele e Gabriele, vennero di fatti trascinati dinnanzi al tribunale dei minori della città, con a carico non altrimenti specificati disturbi della personalità, che secondo la voce materna, gravavano sui due figli, a causa di terribili abusi paterni.

L’immagine che emerge dai fatti qui trattati, è quella di una faida famigliare.

Se torniamo con la mente ai tempi Shakespeariani, intorno alla seconda metà del 1500, veniva messa in scena la celebre tragedia di “Romeo e Giulietta”, il dramma che, per eccellenza, inscena l’amore e la morte, come protagoniste di una sanguinosa faida famigliare. Le tragedie, le storie, le favole classiche, si sa, rappresentato da sempre lo specchio della realtà, e se questo fatto non può essere confutato, è altrettanto vero che nella separazione è stata coinvolta l’intera famiglia, senza esclusioni, esattamente come succedeva nella celeberrima tragedia teatrale. Non bisogna dimenticare, infatti, che inizialmente erano stati accusati insieme al padre, anche altri parenti paterni, successivamente assolti.

Una storia già sentita milione di volte, il solito fatto di cronaca, vittime e carnefici, ingiustizie e plagio su minori. Ma non per questo va ignorato, anzi l’ignoranza su questi fatti va condannata tanto quanto il fatto stesso.

Il padre ha di certo bisogno di riscatto; i figli non hanno di certo trascorso un’infanzia felice, né tantomeno una tranquilla adolescenza in comunità, segnata da un grande peso sulla coscienza. La magistratura italiana non ha svolto un lavoro esemplare, alla luce dei fatti; ma la madre, nonché ex moglie del papà Ferdinando, che fine avrà fatto?

In conclusione, si può parlare di “maschicidio”, violenza psicologica, vigliaccheria, tradimento.

Il fatto di cronaca può essere etichettato attraverso numerosi titoli possibili, ma la sofferenza, e la vergogna che si cela dietro, è sempre la stessa.

Pin It

Copyright © 2006 - 2023 MilanoFree.it, testata registrata Trib. Milano n. 367 del 19/11/2014  IT11086080964