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Coronavirus: addio al re delle scarpe Sergio Rossi

resizedcrop 704db6c1ddcfc297628fe527994dd18c 840x480 1Dopo essere risultato positivo al Covid-19, è scomparso a 85 anni all'ospedale di Cesena, dove era stato ricoverato venerdì scorso, Sergio Rossi, re delle calzature di lusso.

Rossi era nato nel 1935 a San Mauro Pascoli, nel cuore Romagna, da cui non aveva mai perso le radici e ne aveva il carattere. Forte, sanguigno ma anche generoso. Aveva fondato la sua azienda di calzature già da giovanissimo, conosciuto in tutto il mondo, nel 1951, una riflessione continua sulla forma, l’armonia e l’eleganza.

Fu dal padre che Sergio apprese le competenze per diventare un grande artigiano della calzatura, iniziando con il fratello a realizzare sandali e scarpe vendute inizialmente sulle spiagge della Romagna.

Già nel 1959, nella “Dolce Vita” di Federico Fellini, altro romagnolo, Anita Ekberg indossa un paio di Sergio Rossi.

Negli anni 60 trovò il suo successo internazionale con i sandali estivi Opanca, con la suola che curvava attorno al piede, per diventare un tutt’uno con la parte superiore della scarpa.

Gli anni Settanta videro le collaborazioni con Gianni Versace e sfilate esclusive che gli valgono la fama di ingegnere delle scarpe nell’ambiente dell’alta moda, oltre  all'apertura delle prime boutique e le collaborazioni con altri protagonisti della moda come Dolce&Gabbana e Alaïa.

Con il boom del Made in Italy, dalla fine degli anni Settanta agli anni Novanta, la scarpa da donna di Sergio Rossi è sinonimo di femminilità allo stato puro, con le maggiori star mondiali, fanno a gara per indossarle agli eventi, serate di gala e cerimonie come l'Oscar. I suoi negozi monomarca aprono praticamente negli angoli principali del mondo, negli spazi più glamour. Con la caduta del muro di Berlino, diventa uno dei marchi più desiderati nei paesi dell'Est, dove conosce un vero e proprio boom di vendite dal 1992 in avanti. Nel 1999 il marchio e l'azienda videro l’acquisizione da parte del Gruppo Gucci, prima al 70% poi totalmente.

Con il nuovo millennio il brand passò poi al gruppo francese  Kering: e lo stabilimento di San Mauro Pascoli, cuore del marchio, fu completamente rinnovato.

Diversi stilisti di fama e talento ebbero il ruolo di direttore creativo del brand che fu guidato da Kering fino al 2016, quando l’azienda fu acquisita al 100% da Investindustrial, uno dei gruppi industriali più conosciuti in Europa, di cui Andrea Bonomi è fondatore e presidente, per un rilancio del brand all’insegna dell’innovazione nel rispetto dei codici storici.

Sergio Rossi nel 2006, ha fondato poi con il figlio Gianvito, la Gianvito Rossi, che in breve tempo si è conquistata un ruolo da protagonista nel mondo della moda.

In quasi 70 anni di storia il marchio è diventato un simbolo della maestria italiana, grazie a modelli iconici come la Godiva, marchio di fabbrica del brand, il modello Cachet o SrMilano, un omaggio alla città, basato su un sandalo archivio degli anni Novanta. La rivista Vogue definì l'azienda "sinonimo di qualità italiana e design classico femminile. Il suo primo show-room milanese aperto nel cuore del quadrilatero della moda a metà anni 90,' era tra in più apprezzati nell'ambiente della moda, non solo per la qualità del prodotto, ma per lo stile e il gusto con cui era realizzato. Non era difficile trovare qui le star del cinema e della musica mondiale e nostrana.

Sono state diverse le dive che nel corso degli anni hanno indossato un paio di Sergio Rossi: da Anita Ekberg, a Sharon Stone, Diane Kruger, passando per Anne Hathaway, Naomi Campbell, Sarah Jessica Parker, Halle Barry, Cate Blanchett e Charlize Theron. 

Solo pochi giorni fa la Sergio Rossi aveva donato 100mila euro all'ospedale Sacco di Milano per combattere il Covid-19. Dopo aver ceduto la sua azienda al gruppo Gucci, dal 2007 al 2013 è stato presidente del Cercal, il centro emiliano-romagnolo della calzatura, che cercava di avvicinare i giovani al mondo delle calzature e in particolar modo di guidarli e formarli. Era infatti sua convinzione che vi fosse un gran bisogno di creare nuove figure, modellisti, tecnici, disegnatori e stilisti, per fare in modo che l’Italia continuasse a creare e produrre le più belle scarpe del mondo.

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