Elezioni in Abruzzo: dubbi (molti) e certezze (poche) post voto
Domenica scorsa le urne si sono aperte in Abruzzo.
Una regione che, negli ultimi anni è stata, suo malgrado, protagonista di catastrofi climatiche, che l’hanno segnata profondamente.
Il primo pensiero corre ai nostri connazionali che vivono quelle terre.
A loro, gente coriacea e profondamente legata alle tradizioni, deve pensare il neo governatore Marsilio.
Per loro deve lavorare e cercare di dar corso ad azioni concrete che sappiano dare risposte a quelle terre martoriate da un natura che sfugge.
Già, ma in proiezione Nazionale come “stanno” i partiti politici? Chi è sano come un pesce? Chi ha la febbre? Chi una malattia grave?
Proviamo a “misurare la temperatura corporea” ai movimenti politici nazionali.
Chi è sano come un pesce è, di certo, Matteo Salvini.
La “sua” Lega veleggia ad oltre il 30%, e pare domare le funeste acque del mare della politica italiana.
Chi ha una forte influenza, curabile con una dose calibrata di antibiotici è il Movimento Cinque Stelle che ha perso una fetta importante di consenso popolare.
Chi sta (apparentemente) bene, è Fratelli d’Italia, sebbene la sua cifra politica risulti dopata dall’effetto “Candidato Governatore”, dato che Marsilio è esponente di lungo corso, del movimento politico condotto da Giorgia Meloni.
Chi, invece conferma la parabola discendente verso l’oblio di un male cronico sono Forza Italia e il Pd.
Movimenti politici ormai simili anche nella tragedia dei numeri.
Ora la domanda è: si può proiettare questo dato a livello nazionale?
La risposta è ni.
Perché, per tradizione il Movimento Cinque Stelle non ha mai avuto presa a livello locale, e perché il dato elettorale (quasi il 7%) di Fratelli d’Italia – come accennavo prima - è drogato dal fatto che il Candidato Presidente appartiene a quel partito. Questo ha dato vita ad un effetto trascinamento che rende poco decifrabile la cifra elettorale della realtà politica condotta da Giorgia Meloni.
Un dato più attendibile è quello che contraddistingue la debacle, in termini di consensi e credibilità di Pd e FI.
Questo perché, tradizionalmente, i due partiti non hanno mai registrato pesanti scostamenti tra i risultati conseguiti alle elezioni politiche ed amministrative.
Per questo, il loro male pare davvero endemico.
In sintesi emerge un quadro frastagliato.
Con un centro destra spurio che vince, ma che ha come azionista di maggioranza un movimento – la Lega - che a livello nazionale ha fatto scelte diverse, e con un centro sinistra in macerie, orfano di un leader che non ha e che non troverà a breve.
Sullo sfondo il dato del Movimento 5 Stelle.
Che deve preoccupare i maggiorenti del Partito, ma che deve essere considerato nel modo corretto; calato, cioè in un contesto territoriale, dove il Movimento, per tradizione, non ha presa.
E questo è ciò che deve spaventare.
Quando, infatti, la competizione elettorale è fatta dagli uomini che hanno legame col territorio (ciò accade per le consultazioni amministrative, dove si scelgono le persone, prima che i partiti) il Movimento si squaglia.
Chiuso questo Monopoly elettorale, questa verifica sullo stato di salute dei partiti nazional popolari, auguriamoci, che si accendano i fari sulle esigenze dei nostri amici abruzzesi, mai piegati, nemmeno dalla tragedia del terremoto. Forza Abruzzo!