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Essere e divenire gioia: protagonisti della propria vita

Un articolo, questo, che mi riporta all'insegnamento del mio maestro di vita e che voglio riprendere e far conoscere.gioia alexas fotos pix

Inizio con questa frase: "La Gioia non sta nel non avere difficoltà, ma sta nel saper risolvere le difficoltà". La gioia, lo sappiamo è uno stato d'animo di intensa contentezza, allegria, piacere e felicità. Questo stato lo si deve conquistare, non è frutto del caso, infatti, vi sono persone come quelle che adesso elenco che la gioia non la vivranno mai.

Queste sono:

  • le persone "lamentose", ossia quelle che hanno la lagna facile, per le quali ben poche sono le cose che vanno bene, e questo solo perché non vanno secondo il loro comodo.
  • le persone preda "dell'ignavia", ovvero soggette alla pigrizia, che fanno le vittime e subiscono le difficoltà anziché impegnarsi per risolverle.
  • le persone "pavide", ossia timorose, paurose, che spesso si rifugiano nel dire: tanto non c'è nulla da fare! È il destino e non può essere che così.
  • le persone "accusatrici", e sono quelle persone che trovano sempre nelle situazioni e/o negli altri la colpa dei loro guai o della loro mancata realizzazione.

Tutte queste persone, e altre che potrete aggiungere nell'elenco, sono persone NON LIBERE, perché dipendenti e rinunciatarie. Per queste essere protagonisti non è importante; essere attori della propria esistenza in prima persona, in ogni propria decisione ed azione, non fa parte delle loro scelte. L'essere artisti del proprio vivere non è apprezzato. Persone che si adattano, che si rassegnano, si accontentano, che sfuggono la REALTA'.

È evidente che parlando di realtà di parla di ciò che è concreto, quindi non di ciò che potrebbe essere; non dei "se", dei "ma", dei "però", ma ci si riferisce al DOVE, COME e PERCHE' sono. Ricordiamoci del detto che dice: "se avessi, se facessi, se potessi, sono tre fessi che girano il mondo".

Esaminiamo adesso tre di queste realtà.

  1. Realtà universale. È quella in cui ogni essere si trova a vivere in quel dato momento storico, ne siamo dentro, ne facciamo parte, ad esempio i fenomeni naturali, sociali eccetera. Qui non si tratta tanto di cambiare il mondo, ma di cambiare il proprio modo di esserci.
  2. Realtà personale. È tutto ciò che costituisce ognuno come persona e tutte quelle situazioni concrete nelle quali ci troviamo a vivere attimo per attimo. Il proprio fisico con le sue potenzialità e le sue negatività, il proprio spirito colle sue capacità e i suoi limiti, la famiglia, la casa e il luogo che si abita, eccetera. Dove siamo ora, questa è la nostra realtà concreta, ed è questa che va vissuta appieno, per trasformarla nel meglio per se stessi, non quella che forse si avrà. Vivere bene il momento che ci è presente è solo affar di ognuno. Se fuori è una giornata piovosa, è inutile che dispero, tanto non la posso cambiare, però posso viverla ugualmente bene perché dipende solo da me, e non dalla pioggia. Quindi la gioia di vivere dipende dal come si vive la propria realtà.
  3. Realtà voluta. È quella che si ottiene vivendo in prima persona, con protagonismo.

Quindi: subire, adeguarsi, rassegnarsi e via dicendo non può che portare alla delusione. È da sciocchi perché si perde nel proprio protagonismo. Attenzione, perché adeguarsi può subire una forma passiva, ma anche una forma attiva quando la capacità di adeguarsi o adattarsi diviene capacità di vivere la realtà, perché così è, rivolgendola al proprio fine.

Non si è padroni della realtà e quindi farne ciò che si vuole, ma essa è strumento , quindi mezzo per realizzare il proprio progetto. Una forchetta non può essere un cucchiaio, ma da forchetta è uno strumento che deve essere usato per realizzare il proprio bene, valorizzando la forchetta per quello che realmente è.

A volte i conflitti nascono perché si pretende dalla realtà ciò che non può dare o ciò che non può essere; se si tocca il fuoco a mani nude ci si scotta, è assurdo pretendere di non ustionarsi, in quanto la realtà non può modificarsi per far piacere alle proprie pretese. O si sa adeguare la realtà a sé e sé alla realtà oppure si subirà e si finirà col rassegnarsi.

Penso, in questo mio breve, di aver fornito uno spunto di riflessione che, sinceramente, non guasta mai, per divenire persone adulte, responsabili e gioiose.

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