Galateo sui mezzi pubblici, questo sconosciuto
Abbiamo trattato in un articolo precedente dei comportamenti illeciti tenuti da alcuni passeggeri dei mezzi pubblici, al limite del codice. Ora ci occupiamo invece del galateo vincolante per tutti i fruitori atm e che viene sistematicamente ignorato.
Precisiamo che su ogni mezzo viene affisso il regolamento cui dovrebbe attenersi i passeggeri. Ma è scritto in piccolo e sono talmente tante le norme che ci vorrebbe una lente e una buona mezz'ora per leggerle tutte.
Ci sarebbe da biasimare il comportamento dei giovani. I quali, specialmente se in gruppo, occupano ogni spazio disponibile, lasciando anziani e disabili in piedi, alla mercé dei sussulti di bus e tram. Per non parlare del baccano che seminano, i decibel sparsi infatti rivaleggiano con quelli di una discoteca.
E veniamo all'uso dei portatili. Qui i giovani c'entrano poco. La maggioranza di costoro comunicano attraverso sms, dunque digitano in continuazione ma almeno non disturbano. Il gracchiare - perché tale è - diventa esclusiva di supposti manager, donne di mezza età e financo anziani. I primi, a voce alta, discutono di affari tanto improbabili quanto roboanti, nella speranza che gli altri passeggeri odano (almeno prima di averli mandati a quel paese). Le seconde si soffermano sui pettegolezzi di ufficio o di quartiere, diventando assai irritanti a mano a mano che le confidenze diventano maldicenze. I terzi, dopo aver smanettano qualche minuto sullo smarphone ricevuto in dono dai figli o dai nipoti, si lanciano in disquisizioni da bocciofila che manco un rigolista di quart'ordine propalerebbe.
Il tutto a beneficio (sic) di coloro che amerebbero un po' di pace anche sui lezzi pubblici. Come una volta accadeva, quando un libro o il giornale la facevano da padroni.
E veniamo al scendi-sali delle fermate. Alcuni veicoli hanno porte riservate in esclusiva sia per l'entrata che per l'uscita. Si capisce, le indicazioni vengono ampiamente ignorate. Ma v'è un altro impiccio: coloro che devono accedere al mezzo invariabilmente si piazzano davanti alle porte, e non a lato. Cosicché chi scende si trova davanti ad un muro umano. Peggio dei picchetti delle fabbriche degli anni Ottanta. E se vuole prender il suo spazio sul marciapiede o sulla pensilina deve sfondarli. Ricevendo pure, tal volta, dei rimproveri.
Qualcuno vorrebbe che l'educazioni civica diventasse materia obbligatoria nelle scuole, a partire da quelle primarie. Ma un tempo pure gli analfabeti sentivano nel loro cuore come comportarsi.
Questione di buon senso, che non si impara a scuola ma in famiglia.
Gaetano Tirloni