Gallarate – L'altare “delle teste mozzate” tra critiche e condivisioni
L'altare delle teste mozzate è divenuto, ormai, oggetto di discussione. Le foto diventato virali e scatenano i commenti degli utenti social che si dividono tra coloro che sostengono il concetto artistico dello scultore e coloro che ripudiano tale atto
L'arte non ha confini e, come ci ha insegnato nel corso degli anni e dei secoli, ha sempre dimostrato che vi è sempre una motivazione, una rappresentazione e del pathos in quello che un artista crea. L'estro, la creatività, l'ispirazione e ciò che un artista percepisce emotivamente e intravede nella prossima opera che andrà creare, rendono i punti di vista unici e differenti. L'interpretazione è sempre soggettiva. Sarebbe utile attenersi alle parole di un critico d'arte, il quale saprebbe sapientemente illustrare e delineare i tratti profondi di un'opera, ripercorrendo la storia, senza tralasciare i chiari ed evidenti riferimenti al passato o a ciò che si è ispirato. Diverso, poi, è lo stato emotivo, il quale emerge, ma che non tutti sono in grado di saper cogliere. Forse, c'è bisogno di un animo puro, pronto ad abbracciare l'arte in tutte le sue sfaccettature, psichedelico e, al contempo, folle (ma nel senso buono, ovvero creativo).
Gallarate, Nuovo altare della Basilica di N.S. Assunta
“Il nuovo altare di Parmiggiani è composto da volti tratti da opere dell’antichità a cui l’artista ha fatto un calco e una copia. Le teste presenti rappresentano l’umanità intera, unita, indivisibile e racchiusa tra le due lastre in onice. Queste rappresentano l’unione tra il flusso della storia e le persone, le quali sono chiamate ad essere una sola cosa con Gesù, il cui corpo viene offerto appunto sull’altare”.
C'è chi sostiene che ricordi i lager nazisti e le fosse comuni degli khmer rossi; chi, invece, pensa che quest'opera possa fornire un macabro spunto all'Isis per futuri attentati; chi, addirittura, lo definisce come “sacrario di Pol Pot”; chi ipotizza che l'autore possa essere Robespierre e chi, infine, pensa che sia tutto fuorché religioso.
Le intenzioni dell'artista
Il nuovo altare della Basilica di Santa Maria Assunta di Gallarate (Varese) è stato consacrato domenica 11 novembre, alla presenza dell'arcivescovo di Milano, Mario Delpini. Il suddetto è opera dell'artista di Luzzara, Claudio Parmiggiani, ed è interamente realizzato in onice bianco; inoltre, si distingue in quanto composto da diversi volti maschili e femminili, pagani e cristiani, uniti da due lastre che compongono una sorta di parallelepipedo formato da teste.
Le intenzioni di uno dei maggiori artisti contemporanei italiani, son più che nobili. Difatti, la sua idea era quella di realizzare “una mensa derivante dalla giustapposizione di due luminose lastre marmoree sovrapposte che trattengono e proteggono, quasi materno pellicano, una moltitudine di teste antiche; reliquie ed emblemi di una sacralità, di una umanità, di una totalità”. Purtroppo, però, tale immagine artistica ha lasciato basiti e perplessi molti fedeli. In realtà, quelle 120 teste mozzate, non sono altro che la riproduzione di alcune delle statue scolpite dai grandi maestri della storia dell'arte (Fidia, Michelangelo, Bernini, Canova, ecc.). Ed è proprio per questo motivo che monsignor Ivano Valagussa (il quale ha visionato i lavori da vicino) ha consigliato quanto segue: “Venite di persona. Osservate con attenzione. Cambierete idea. All'arte serve tempo e ascolto”.
È proprio vero, all'arte serve tempo e ascolto, bisogna essere pronti a saper cogliere il vero significato dell'espressione artistica. E, dunque, ci metteranno molto i fedeli a comprendere quanto dianzi riportato?
Eleonora Boccuni