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Lettera aperta degli Ex Dipendenti Alitalia: "Abbandonati e Dimenticati"

Riceviamo e pubblichiamo una lettera pervenuta alla nostra redazione da un gruppo di ex assistenti di volo Alitalia.

Siamo una parte dei mille assistenti di volo lasciati a casa da Alitalia, con un’età compresa tra i 35 e i 55 anni: una fascia critica per reinventarsi, ma ancora troppo giovane per arrendersi. Siamo l’eredità scomoda di un passato fatto di scelte politiche discutibili, errori industriali e una finanza eccessivamente "creativa".

Al 14 ottobre 2021, siamo stati messi in cassa integrazione, e da quel giorno abbiamo assistito a assunzioni a pioggia presso la neonata Ita Airways, accompagnate da roboanti promesse che nessuno sarebbe rimasto indietro. Nel frattempo, la compagnia ha aperto a assunzioni da bacini esterni, lasciandoci a totale carico del contribuente, che paga la cassa integrazione e naturalmente contribuisce alla vita di Ita attraverso le sue tasse.

Queste assunzioni non ci hanno mai riguardato. Abbiamo percorso le vie legali, dove Ita si arrocca dietro la difesa della discontinuità aziendale, pur continuando a operare come Alitalia, utilizzando i suoi ex dipendenti e i suoi ex aerei, eredità senza la quale Ita non sarebbe mai nata.

Abbiamo atteso per anni un reinserimento, abbiamo inviato le nostre candidature più volte, manifestato il nostro interesse e perfino dato disponibilità immediata, disponibilità che sono state ripagate con un nuovo iter selettivo.

Test di inglese, test psicologico, colloquio e visita medica. Naturalmente, ogni test era propedeutico alla fase successiva. 400 persone selezionate, assunte non più di 100, 80 test di inglese non superati e oltre 200 persone nel limbo.

Nessun feedback, nessuna motivazione, solo silenzio.

Nel frattempo, l’azienda avvia corsi di riqualificazione per 2-8 persone, naturalmente a spese del contribuente.

Siamo più di 200 persone lasciate indietro e senza nemmeno un grazie, ma con tanta premura, durante il colloquio, per lasciare ogni contenzioso immediatamente… e succede che qualcuno lo fa, per poi scoprire di non essere mai assunto, perdendo anche quella speranza che la legge possa dargli giustizia.

Tutto viene taciuto in merito a Ita; il matrimonio con Lufthansa ha la precedenza. Persino i giudici sono timorosi, di fronte alle toghe rosse temute dal governo: alcuni danno torto ai dipendenti rifacendosi a norme ormai in disuso, altri sfidano il sistema e altri semplicemente rimandano. Il governo inventa interpretazioni autentiche, ma questa è un’altra storia che sarà chiarita dalla corte costituzionale.

Nel frattempo, noi rimaniamo sempre fermi, ma sempre sulle spalle del contribuente.

Il governo e le parti sociali sono parte in causa o sono mandanti? Non è dato sapere.

Una cosa, però, deve risaltare agli occhi del lettore: su una popolazione di naviganti di oltre 2500 persone provenienti dal bacino ex Alitalia, le prime 1600 assunzioni sono avvenute con la totale mancanza dello screening psicologico, che è stato il fattore dirimente nel lasciarci a terra, perché ci hanno ritenuti non in grado di fare quello che abbiamo fatto per 25 anni.

E dunque ci si chiede: se 200 persone su 450 sono state ritenute inidonee attraverso il test psicoattitudinale (che per ammissione della stessa Ita non era valutativo), ci si chiede: su 1600 assunzioni avvenute senza questo screening, chi abbiamo messo a lavorare sugli aerei? Siamo sicuri che queste persone avessero i requisiti che Ita non ha mai espresso, anche a seguito di una sentenza del Consiglio di Stato?

Parliamo di selezione o discriminazione? Il confine è molto labile…

Auguriamo a Ita e Lufthansa una luna di miele e non di fiele, e ci apprestiamo a valutare qualsiasi forma di tutela affinché non si rimanga sulle spalle dei cittadini.

Prosit!

alitalia aereo pix

Nota finale

Questa lettera evidenzia un disagio profondo e questioni ancora irrisolte legate alla gestione del passaggio da Alitalia a Ita Airways. Riteniamo importante dar voce a chi, come questi ex dipendenti, si sente abbandonato e dimenticato.