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Governo Giallorosso: Eppur si muove

  • Simone Passerini

parlamentoIl Governo Giallorosso sembra ad un passo dal primo vagito. La convergenza politica Dem – 5 Stelle sta per passare dall’irrealtà alla concretezza degli atti parlamentari.

Chi ha reso possibile tutto questo?

Matteo Salvini.

Il capitano, il re delle piazze, l’imperatore delle spiagge, lo sciamano che invoca pieni poteri, si è scoperto come quel famoso re delle filastrocche… nudo.

E si, perché Matteo da Pontida, ha creato un bel guazzabuglio.

Colui che pensava di essere un gigante della politica in un mondo di nani, in realtà non è altro che nano tra i nani.

Ed il nano che tanto bistrattava, irrideva, gli ha dato una straordinaria lezione di politica.

Perché se c’è un Matteo che perde, ce ne è uno che vince.

E questo signore ha un nome e un cognome: Matteo Renzi.

Messo all’angolo, dimenticato, impolverato trofeo tra gli ex, comodo sul suo scranno in Senato, si è trovato di colpo protagonista.

E ha meritato la scena.

Guidando, la pattuglia dei parlamentari Dem ha spinto per definire un accordo politico che il Segretario del Pd, Zingaretti aveva allontanato come la peste, non capendo di essere in netta minoranza, proprio nel partito che conduce…o…pensa di condurre.

In ragione di ciò, non ci si può esimere dal criticare Salvini. Non si tratta, infatti, di processare le idee di destra o sinistra (esercizio troppo elevato per i politici nostrani), si tratta di mettere all'indice scelte politiche ed autogol aberranti che nemmeno Darko Pancev (indimenticato pippone del calcio nostrano di qualche decennio fa) si sarebbe permesso di fare.

Matteo Salvini (alias Darko Pancev), quindi, oggi ha una sola via (se davvero questo Governo nascerà e metterà in cassa la fiducia dei Senatori), quella del leccarsi le ferite.

Ferite che, nel pieno delirio masochista dei sondaggi (che tali rimangono come effimeri soli primaverili), e di elezioni europee che sono un altro film rispetto alle politiche ha pensato (guarda il caso), di essere il Prescelto dell’Onnipotente, proprio come 3 anni fa ha fatto il suo attuale carnefice: Renzi.

E, come Renzi si è capottato in un parcheggio.

Forse, come Renzi tra qualche tempo si riprenderà la scena, magari più umile e maturo.

Ora, però il re del Papeete non può prendersela con il presidente Mattarella (unico Politico con la P maiuscola, in questa valle di lacrime che è la nostra povera Italia, dove l’agenda istituzionale la detta oggi, Grillo, un comico nemmeno troppo brillante).

Il perché è semplice.

Il Presidente della Repubblica ha applicato i principi ed i dettami della Costituzione.

E bene ha fatto.

Proprio come un anno fa (non dieci….uno).

Quando ha atteso che si formasse il governo (la g minuscola non è casuale), gialloverde.

Nessun colpo di Stato, nessuna irriverenza verso gli Italiani, quindi.

Solo rispetto e reverenza verso la nostra Costituzione.

Che tutti sventolano ma nessuno, eccezione fatta per il Presidente Mattarella, conosce.

Un Costituzione che, come se non bastasse, oltre ad aver assistito al peggior governo della storia repubblicana, al peggior teatrino politico di questo agosto pazzo, ha dovuto subire l’umiliazione più grande: la ratifica della scelta d’accordo dem - pentastellati, tramite una piattaforma di iscritti assolutamente inattendibile.

Un po’ come si fa quando si chiede se sia meglio il panettone o il pandoro.

Dopo questo scempio dei valori fondanti del nostro Stato, penso che tutti si debba fare un bell’esame di coscienza.

Soprattutto quando saremo richiamati a votare.

Tutto questo mi farebbe ridere se fosse un film.

Purtroppo, però è vita reale.

Perché la politica è il nostro presente, il nostro passato e ahinoi, volenti o nolenti, il nostro futuro.

Speriamo, quindi, che, presto, oltre allo spartito, cambino gli interpreti.

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