Il ginecologo arrestato a Milano: voleva sperimentare ad ogni costo
Prosegue l’inchiesta che ha coinvolto il noto medico abruzzese Severino Antinori, dal 13 maggio 2016 costretto ai domiciliari con l’accusa di rapina aggravata e lesioni personali aggravate. Il gup di Milano Anna Magelli ha stabilito per il prossimo 17 novembre il rinvio a giudizio del ginecologo, arrestato dai Nas di Milano e già interdetto dalla professione medica per un anno.
Antinori, da sempre in prima linea nelle battaglie a favore della fecondazione eterologa, della sperimentazione genetica e della clonazione, è accusato di aver sottoposto una giovane infermiera spagnola ad un trattamento medico, sottraendole otto ovuli senza il suo consenso. Il prelievo ovocitario si sarebbe inoltre svolto per mezzo di un intervento coatto, a seguito del quale la giovane ha riportato dei segni di ecchimosi sul corpo ed è stata subito ricoverata presso la clinica Mangiagalli di Milano. Tra gli indagati anche le collaboratrici di Antinori, che avrebbero impedito alla giovane spagnola di usare il telefono cellulare per chiamare i Carabinieri. Dopo l’arresto del ginecologo, anche la clinica milanese Matris, da lui fondata, è stata sottoposta a sequestro.
Non è la prima volta che si verifica un caso del genere: le denunce che pendono sul capo di Antinori sono numerose, spiega il legale Giovanni Pizzo. Una carriera sempre sul filo del rasoio la sua: nel 2009 aveva annunciato di aver clonato tre bambini, infrangendo quindi la legge 40. Notizia subito smentita, ma su cui rimangono ancora molti dubbi. Numerosi gli interventi in cui Antinori svela il suo lavoro sui cloni umani, tra scioperi della fame ed invettive che si rivolgono persino al presidente Bush.
Sembra allora molto verosimile che questo delirio di scienza e sperimentazione abbia portato il ginecologo a scavalcare i diritti umani più naturali, a violare una giovane donna per portarle via la culla della vita.
Foto tratte dalla pagina Facebook di Antinori
Maria Chiara Cuzzola