Il Paradiso delle Signore: quando Milano sognava
Non capita sovente che una telenovela abbia per sfondo Milano. E men che meno profilata sugli anni del boom.
Succede con "Il Paradiso delle signore", giunta alla terza edizione. Il canovaccio è semplice e lietamente affascinante, racconta di un grande magazzino milanese (facciamo Standa od Upim); e sullo sfondo le trame di una Milano a cavallo tra gli Anni Cinquanta e Sessanta.
Giunta alla terza edizione, iniziata nel settembre scorso, si concluderà nella prossima primavera. Non svelerò il filo conduttore dell'opera, lasciandolo al desiderio degli spettatori : mi basta sottolinearne il profilo, disegnato da un'atmosfera magica.
Ecco la Milano della ricostruzione, che stimola le migliori energie creative, simboleggiate dal grande emporio che nasce che soddisfare i desideri della borghesia e del proletariato in via di emancipazione.
Ecco i geni della pubblicità al lavoro : una forma di comunicazione importata dagli Stati Uniti, ma vivacizzata dalla creatività ispirata dalla Madonnina: il bisogno di partecipare cose nuove con uno stile folgorante, fatto di slogans, che poi sono i fulminanti pensieri dei filosofi dell'antichità (avete fatto caso ad Agostino di Ippona ?) adattati al nostro tempo.
Ecco "le Veneri", le commesse, ognuna con la sua storia, le sue aspirazioni, i suoi problemi e le sue delusioni. Eppure tutte veleggianti su un sogno, quello di un futuro che perfezioni un passato da superare.
Ecco la ricca famiglia meneghina, specchio di molte dinastie ambrosiane, desiderosa di conservare il suo potere - possibilmente accrescendolo - , conquistato spesso con mezzi discutibili.
Ecco gli esponenti di una malavita che con i primi smerci di droga si allontana dalla ligéra per fondersi o, meglio, annullarsi nelle feroci grinfie della mafia.
Ecco la borghesia sul proscenio, formata dagli impiegati di livello, dai liberi professionisti, desiderosi di salire sul tram di un benessere finora soltanto vagheggiato, inseguito sulle macerie di una guerra fatta di stragi e privazioni.
Ecco, infine, un insieme di valori che sta cambiando. E sullo sfondo, lontano ma meno di quanto sembri, il Sessantotto, terminale di un disagio partorito dal benessere e pista di lancio di un traguardo marchiato dal nichilismo e dal relativismo.
Il "Paradiso delle signore" sottintende tutto questo e molto altro, regalando 50 minuti di nostalgia alle casalinghe e ai turnisti, nei pomeriggi dal lunedì al venerdì. Con la possibilità di rivedere tutte le puntate della settimana su Rai Premium il sabato.
Il "Paradiso delle signore" : bello sognare o risvegliarsi ?
Gaetano Tirloni