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L'era dei Menefreghisti: Italia senza futuro

italia senza futuroL'altro giorno ero in metropolitana e, leggendo il giornale, mi è saltato all'occhio un articolo sul commissario Cottarelli, che tornerà al proprio ruolo economico internazionale (dopo aver esaurito il suo mandato come commissario presso il nostro paese); ma non è tanto la notizia, quanto una frase pronunciata e scritta su quell'articolo, che mi ha fatto venire la pelle d'oca. La frase è "l'Italia non ha una visione": in effetti, anche pensandoci, quella frase calza non solo sul nostro stato economico (infatti l'espressione era riferita alla gestione delle finanze da parte dello stato) ma forse su un piano totalitario.

I veri colpevoli non sono i politici, che fanno ciò che sanno fare meglio, ossia fare politica; questo è comprovato dalla definizione stessa, è inutile girarci intorno. Qui il problema sta nel senso civico delle persone, nel fatto che ognuno pensi solamente a pararsi il proprio didietro. Ora, non vorrei offendere tutte le persone che si impegnano nel sociale in maniera fiera e seria, e che rappresentano un modello da seguire, ma la realtà è ben lontana dall'essere rosea: qualche giorno fa ho letto un articolo dei cosiddetti "analfabeti funzionali", ossia quelle persone che non hanno le conoscenze per interpretare le situazioni che accadono nel mondo, e quindi non sono in grado di prendere una posizione sulla questione (o per lo meno una posizione che sia adeguatamente argomentata). Questo è un problema socio-culturale molto serio, perchè gli individui dovrebbero essere parte della comunità in cui risiedono, e non pensare che in fondo i problemi legati al loro territorio semplicemente non siano di loro competenza: perchè è troppo facile stare seduti in poltrona piuttosto che andare ad assistere a un consiglio comunale, in cui sindaci ed assessori annoiati discuotono del nulla, sapendo perfettamente che sono pochissime le persone che si occupano dei problemi della loro città. Allora, a quel punto, non ci si può lamentare che "le cose vanno sempre da schifo", perchè ciò che si verifica sul piano nazionale, con una totale disinformazione sugli argomenti importanti, si verifica anche sul piano regionale nonchè provinciale. Quindi smettiamola, per una buona volta, di lamentarci di tutto, e pensiamo piuttosto a entrare nelle questioni politiche del luogo: andiamo a sentire organizzazioni politiche e sociali che operano sul territorio, e non importa il simbolo del partito. Non deve esistere. Avere una coscienza sociale e poltica trascende la propria posizione in merito al partito o al punto di vista, perchè su ciò è possibile discutere; ma in questo momento, l'ignoranza (nel senso di non conoscenza delle tematiche pura) è dilagante, perchè si preferisce stare tranquilli piuttosto che agire.

Quindi basta, è ora di cambiare. Alzatevi dalla poltrona, recatevi in Comune per vedere che succede, e attivatevi per la comunità. La grande realtà si cambia dalle piccole situazioni, e non c'è nulla di più forte di un gruppo di persone con un'idea in testa per far partire il cambiamento. Siete stufi della vostra situazione? Informatevi, interagite, sacrificate del tempo: insegnate ai vostri figli a formare una coscienza politica degna di questo nome, con idee originali e coraggio. Non passate tutta la giornata dedicandovi solamente a voi stessi, senza lasciare spazio per il sociale: è importante, ed è uno scandalo che si conoscano a memoria le formazioni delle squadre di calcio piuttosto che conoscere i propri diritti o i problemi di cui soffre il proprio territorio. Come sempre, l'appello è di rifletterci, e di parlare, in primis con noi tutti della redazione, per iniziare un percorso di arricchimento culturale di cui la società ha bisogno. Noi ne abbiamo bisogno, la società ne ha il bisogno, il paese ne ha bisogno.

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