La pace è possibile? Riflessione tra ordine interiore, giustizia e verità
Il titolo pone una domanda non facile, anche perché è necessario chiarire bene che cosa si intende per pace. È solo, ad esempio, l’eliminazione di tutte le armi dal mondo?
Credo proprio di no. La pace è qualcosa di molto più profondo e attiene all’intimo di ogni creatura umana.
Sant’Agostino definisce la pace come la “tranquillità dell’ordine”, cioè una disposizione armonica e serena che si impossessa della persona (e della società) quando tutto funziona bene e senza contrasti interni.
La pace è un valore universale, ricercato da ogni creatura, poiché tutto tende all’unità e alla conservazione di sé.
La pace, dunque, richiede un’armonia interna alla persona e un’armonia esterna, cioè un accordo tra i propri desideri e quelli degli altri.
L’armonia interna
Quando una persona vive un contrasto tra i propri desideri, o sperimenta la frustrazione di un bene desiderato che non la appaga pienamente, non può sentirsi in pace.
San Tommaso afferma che, in questo mondo, non può esistere una pace perfetta, ma solo imperfetta. La tensione tra desiderio e appagamento è inevitabile.
L’armonia esterna
Serve una concordia ordinata, fondata su un desiderio di vero bene.
Non basta essere semplicemente “d’accordo”: anche chi agisce nel male può esserlo. Ma quella è una pace apparente.
Un esempio? In una banda di malavitosi può esserci concordia, ma è priva di ordine, di bene, quindi non è vera pace.
Anche chi ignora ordine, verità e correttezza può vivere una parvenza di pace, ma solo apparente.
Ordine, correttezza e verità sono tre ingredienti indispensabili.
Pace e non violenza
È auspicabile esplorare tutte le vie per mantenere quella “tranquillità dell’ordine”, come propongono i movimenti della non violenza, basati sul dialogo, il convincimento o il compromesso.
(Ma una domanda è lecita: siamo davvero sicuri che il compromesso porti sempre alla pace?)
A volte, purtroppo, è necessario ricorrere a metodi coercitivi per ristabilire la pace.
La pace è come la salute
Possiamo paragonare la pace alla salute del corpo umano. Se ogni organo funziona bene, e rispetta l’armonia del tutto, il corpo è in salute.
Così, se conosciamo l’ordine delle cose e lo rispettiamo, manteniamo l’equilibrio: cioè, la pace.
È assurdo pretendere di ristabilire l’armonia facendo finta che tutto vada bene, o rinunciando a correggere in nome della non violenza.
In questo modo, la pace non si raggiungerà mai.
Pace e pluralità
C’è chi pensa che per avere la pace serva l’unanimità di opinioni.
Errore.
Si può essere amici anche con idee diverse, se si è d’accordo sui beni fondamentali della vita.
L’opinione nasce dall’intelletto, ma la pace è perfezione della volontà: non serve pensare tutti allo stesso modo per vivere in pace.
Pace, giustizia, amore
La pace è frutto della giustizia, che rimuove gli ostacoli all’ordine.
Ma non basta: la vera pace nasce anche da sentimenti di amore e amicizia, prima con se stessi, poi con gli altri.
Senza questi presupposti, la pace è impossibile.
Triste è vedere cortei violenti che gridano “pace”, ma agiscono nel disordine.
È contraddizione pura, e così facendo si alimenta la guerra, non la si combatte.
Una pace che guarda oltre
Per quanto mi riguarda, la vera pace richiede anche di affidare il proprio cuore al trascendente.
L’immanente c’è oggi, ma potrebbe non esserci domani.
Mi torna in mente il passo dell’Ecclesiaste:
“Tutto è vanità, solo vanità”
(citato anche da Branduardi),
che ci ricorda quanto le cose materiali siano fragili e transitorie.