Maiali da tastiera. Riflessioni dell'artista e scrittore Roberto Bombassei
La creazione di internet nel 1991, grazie all’intuizione di un ricercatore inglese del Cern, Tim Berners Lee, ha modificato il corso della nostra storia ma, a differenza di molte novità della storia dell'uomo, tra cui la stampa e il treno, essa ha due punti di vantaggio rispetto al passato: è globale ed è veloce.
Questi due fattori hanno dei benefici mai riscontrati: possiamo rintracciare informazioni, condividere pensieri e comunicare con tutto il mondo in tempo zero.
E, cosa più interessante è gratis. Siamo proprio sicuri? Solo in apparenza. Ricordiamoci che quando una cosa è gratis la merce siamo noi.
Stiamo dando alla rete la nostra identità, i nostri gusti , le nostre preferenze, i nostri vizi , i nostri difetti e le nostre virtù ( se ci sono). In pratica gli stiamo consegnando noi stessi.
E, le società che controllano questi dati dall'apparenza superficiali, sono i nostri nuovi padroni. Siamo quindi diventati il nuovo porco che, ricordo, porco è l' anagramma di corpo, dal suo corpo non si butta mai niente.
In questi tempi confusi bisognerebbe usare la tecnologia in maniera saggia, ma ci vuole cultura.
Che, a quanto mi costa, viene sempre di più a mancare. Basta solo vedere l'utilizzo del linguaggio che, mi sembra, va verso la semplificazione deficiente. Siamo già un pianeta analfabeta, secondo dati mondiali , e stiamo andando verso un pianeta pieno di analfabeti funzionali : quelli che sanno interpretare i segni ma non sanno riferirne il senso.
Le notizie reali in rete si sovrappongono costantemente alle notizie generate dai like, che, in termini di popolarità, superano la cultura e la competenza.
Stiamo andando verso, come diceva mia zia 20 anni, indietro e male.
Forse dovremmo riflettere di più prima di ritornare, senza volerlo in maniera diretta, al mondo delle scimmie.
Abbiamo bisogno oggi di alcune cose: innanzitutto di riprendere il concetto latino di otium che, ricordo, non è oziare ma curarsi di sè, di contemplazione, di letture e di studio per ritrovare e arrivare alla saggezza.
E , visto che viviamo in un mondo veloce, dinamico, di cambiamenti improvvisi, belli e brutti, di riprendere, in un mondo che lo nasconde, il concetto più importante dell'esistenza umana: la morte.
Eppure, nel cantico delle creature di San Francesco D'Assisi la morte viene inserita nel ciclo della natura. Si legge infatti "laudato si, mi signore, per sora nostra morte corporale, da la quale nulla homo vivente po skappare"
Ricordiamoci, prima di diventare schiavi di una tecnologia gratis, quanto scriveva Michel de Montaigne "la meditazione della morte è meditazione della libertà. Chi ha imparato a morire, ha disimparato a servire. il saper morire ci affranca da ogni soggezione e costrizione"
Connessi si, ma maiali da macello no.
Tutta la nostra società moderna, utilizzando social media e mass media non proprio veritieri, nasconde ufficialmente la morte per non disturbare i consumi e per non farci capire quello che siamo diventati tutti noi: un porco da consumare.