Milan: assemblea bilancio infuocata, urla da Stadio
Si è tenuta il 27 aprile un'infuocata assemblea per approvare il bilancio dell'anno scorso (e altro) del Milan calcio. Sta volta i piccoli azionisti han dato battaglia. In alcuni momenti pareva d'esser allo stadio. Mancavano i campanacci ma le urla e gli improperi c'erano tutti.
Al consesso era presente anche Filippo P., un socio del Milan di antica data e provata competenza. Quasi non ha voce dopo gli strilli all'indirizzo della dirigenza rossonera. Ma ha abbastanza voce per esporci il suo pensiero, che - sia detto senza smentite - corrisponde a quello della maggioranza dei supporter del "diavolo".
- Una seduta come non se ne vedeva da anni, quella di ieri.
Con i piccoli azionisti, in pratica i rappresentanti dei tifosi, sugli scudi. Esasperati e stanchi di essere presi in giro.
- Ho visto una contestazione nei confronti di Berlusconi inimmaginabile fino all'altro ieri.
Tutto è iniziato con lo smantellamento di una squadra soddisfacente nel 2012. Dopo la scudetto consegnato da codardi alla Juventus. Vennero ceduti tutti i pezzi da novanta. Per ripianare il bilancio, si precisò. E come mai esso continua ogni anno ad essere paurosamente in rosso ?
- Anche quello del 2015 si è chiuso con un passivo di oltre novanta milioni di euro.
Pensi, a fronte di un'annata che sarà solo semi disastrosa se vinceremo la Coppa Italia. Impresa da sogno contro i bianconeri attuali.
- Cosa non va - a suo giudizio - allora?
Galliani, prima di tutto. La fortuna sfacciata ha voluto incrociasse il Cavaliere. Lui fa, disfa e ridisfa. Non è possibile. E non ne azzecca una. E Berlusconi continua a confermarlo. C'è sotto un ricatto.
- Parole grosse. Forse si tratta della liquidazione faraonica che Berlusconi non vuol sganciare.
Mi spiace ma la tesi non mi convince. Ha buttato tanti di quei milioni in questi anni il presidente... No, no, c'è al fondo un problema gravissimo e a noi misterioso.
- Si dice che Galliani sia detestato dalla terza figlia di Berlusconi.
E' vero. E le dirò di più: nemmeno lei capisce il comportamento del padre.
- Ieri avete proposto una sfilza di nomi per un rinnovato cda : Rivera, Boban, Albertini, Sedoorf. Quasi una provocazione.
Era una provocazione. Per ribadire che i tifosi non ne possono più degli attuali manager.
- E, tanto per cambiare, si rincorrono le voci su una cessione del Milan. Prima c'era sulla scena mister Bee; adesso tengono il palco i cinesi. Lei sarebbe favorevole ad un passaggio di testimone ?
Si. Ma a determinate condizioni. Con garanzie certe. E, sinceramente, di là dai soldi, dai cinesi non le vedo.
- Possibile che la Juventus si è rigenerata in casa, conquistando cinque scudetti consecutivi, e il Milan, invece, non lo possa fare?
I bianconeri hanno cambiato in toto i manager, affidando campagne acquisti e gestione societaria a due assi come Marotta e Paratici. Il Milan, invece, ha cacciato l'unico che s'intendeva di calcio, un certo Ariedo Braida.
- Insomma, la pietra della discordia è sempre l'Adriano ?
Esatto. Con lui non vuol convivere nessuno. E' tanto incapace quanto superbo. Una sciagura per il Milan.
- Moggi ha detto che l'ispiratore di "calciopoli " è stato Galliani, terrorizzato che lui lo soppiantasse in via Turati.
La voce non è nuova. Girava già all'epoca dello scandalo calcistico. E anche qui, se fosse vera, Galliani si è comportato da pollo. Infatti nelle maglie dell'inchiesta ci è finito pure un suo uomo, Meani. Impedendo, fra l'altro, per le incertezze del momento, gli acquisti degli assi della Juve. I quali , andati a rinforzare i cugini nerazzurri, han dato vita al loro ciclo formidabile.
- C'è spazio per un ultimo suo desiderio.
Che il Milan ritorni grande. Mi scusi, ma questo è un sogno.
Davanti a via Aldo Rossi il clima continua ad essere rovente. I cori si sprecano. Uno piace al cronista : "Gipo Viani, mettiam il Milan nelle tue mani".
Gaetano Tirloni