Milano – Nube di fumo sulla città
Il vento ha portato il fumo verso il centro città, ma al momento non risultano pericoli per la salute. Il manager in ditta cambiato alla vigilia del rogo. L’Arpa: “Non è stata rilevata alcuna sostanza tossica”
In fiamme il capannone sito in via Chiasserini 21 (alla Bovisasca) nella città meneghina.
Il rogo è divampato domenica sera, 14 ottobre, ove sono andate in fumo ben 16mila metri cubi di ecoballe, le quali erano colme di carta, legna, plastica.
Tempestivo l'intervento sul posto dei vigili del fuoco.
Le zone più colpite della città
La zona più colpita del capoluogo lombardo è stata quella che da via Washington, unisce San Siro, Lorenteggio, Solari, Giambellino, sino a Corsico, Trezzano, Buccinasco.
L'odore è quello della gomma bruciata nelle aree limitrofe, ma un'aria pesante si respira un po' ovunque in città, anche a causa dell'elevato tasso di inquinamento prodotto dagli autoveicoli.
L'arpa rassicura in merito alla tossicità, le considerazioni del sindaco Sala e il monitoraggio
“Non c'è alcuna tossicità, gli inquinanti più pericolosi non stanno bruciando”, così asserisce l'Arpa.
Per il sindaco Giuseppe Sala, invece “è solo questione di odori, per quanto sgradevoli: non ci sono rischi per la salute”.
Martedì 16 ottobre è stato prelevato e sostituito il secondo filtro del campionatore ad alto volume per il monitoraggio dei microinquinanti, posizionato nella zona dell’incendio; dunque, si scoprirà il valore di concentrazione della diossina.
Perplessità e dubbi: la città meneghina un'altra terra dei fuochi?
Ora, nascono i dubbi: troppi incendi dolosi per nascondere l'illegalità? la Lombardia si sta trasformando in un'altra terra dei fuochi?
Accertamenti sulle responsabilità
Gli inquirenti stanno indagando su un cambio sospetto di amministratore societario, avvenuto il giorno prima dell’incendio. Sabato scorso, 13 ottobre, a quanto risulta dai dati della Camera di commercio, Mauro Zonca ha rimesso la carica di amministratore di Ipb Italia, l’azienda a cui oggi appartiene l’area di via Chiasserini 21, a favore di Patrizia Geronimi.
Nell’inchiesta, coordinata dal pm Donata Costa e condotta da Squadra mobile e vigili del fuoco, saranno analizzate le telecamere della zona. Saranno valutati anche i possibili collegamenti con l’incendio divampati lunedì scorso nella circoscrizione territoriale di Novate Milanese e, al contempo, con le indagini sul traffico di rifiuti.
Il materiale bruciato, ricordiamo essere 16 mila metri cubi, era infatti accatastato in via Chiasserini senza autorizzazioni, come aveva evidenziato il sopralluogo della Polizia locale e dei tecnici di Città metropolitana giovedì scorso. Da parte del Comune, piena disponibilità a collaborare.
“Il business illecito che gira attorno ai rifiuti deve ricevere da Milano un messaggio chiaro di opposizione” dice Sala.
Eleonora Boccuni