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Mondo Social: hai una bacheca costruttiva o distruttiva?

bacheca-socialInternet non esiste, I social network non esistono” dichiara la giornalista e Digital Media Strategist Mafe de Baggis, “esistono le persone e il loro modo di comportarsi fuori e dentro i social che molto spesso coincidono".

Difronte a questa affermazione ci viene spontaneo fare una riflessione su quale sia il modo di comportarsi degli utenti sui social, anzi delle persone. Ed ecco che emerge uno scenario da stadio o meglio da curva nord: Facebook & Twitter sono molto spesso dei veri e propri amplificatori di rabbia, insulti e invettive. E difronte a tutto questo, viene da pensare che è normale, in un Paese profondamente segnato da “cose che non vanno”, dare spazio alla protesta ed avere uno spazio libero, come la bacheca di facebook o di twitter in cui dare libero sfogo al dissenso.

Ciò che fa la differenza è in realtà la modalità e la natura stessa di questa protesta. A tal proposito Sergio Maistrello giornalista e consulente che lavora ai legami tra rete e società, accompagnando aziende e istituzioni nella sperimentazione di pratiche di comunicazione e partecipazione digitale, parla di UN CONFLITTO ESIBITO che ha tuttavia POCA SOSTANZA e soprattutto POCA VISIONE.

“Siamo la società che ci siamo meritati negli ultimi decenni: la rete rende tutto questo semplicemente più riconoscibile e trasparente, nel bene come nel male”
Insomma noi italiani saremmo quelli che più di altri vicini di casa europei, vediamo tutto in negativo e negativamente giudichiamo, senza proporre soluzioni o dibattiti costruttivi, con una informazione spesso superficiale.
In un gioco che si autoalimenta questo porta a dare maggiore visibilità alle “cose negative” che per loro stessa natura si nutrono di commenti e condivisioni in un escalation di rabbia diffusa e malcontento.

Provate a pensare alla TV chi è che riesce ad avare visibilità con “poco”? Beh l’attacca brighe.
Pensate a come “certi programmi” si nutrano di “certi opinionisti” che urlando animano discussioni sterili su temi cruciali.
Insomma spesso basta attaccare per ottenere un palco, anche quando manca la sostanza e quindi un’approfondita conoscenza di ciò di cui si sta parlando.
Il ragionamento, il dialogo, il confronto civile e costruttivo sembrano non fare notizia.
Maistrello paragona il modo dei social a un mondo dopato “nelle competizioni sportive, se tutti si dopano chi non assume sostanze non diventa un campione. Chi dubita, chi documenta, chi dialoga difficilmente sta nei tempi e negli spazi di un’informazione che per sua costituzione deve andare al nocciolo: la frase definitiva buona per un titolo o l’insulto che scatena i tifosi. Noi veniamo da qui, la nostra società è il frutto dell’esasperazione cinica di questo modello”
Difronte a questo scenario polemico ci chiediamo se la rete possa essere un luogo educativo.
Forse basta volerlo e selezionare, circondarsi cioè dalle persone giuste: “Se credi che nella tua bacheca ci siano solo scemenze, probabilmente ti sei semplicemente circondato delle persone sbagliate”

Insomma alla fine la rete non è cosi diversa dalla vita reale, basta filtrare e dare ascolto alle persone giuste. Ciascuno di noi è artefice della propria dieta informativa “Li fuori è pieno di gente che racconta, che progetta, che pensa e condivide, e i meccanismi della rete sono fatti apposta per avvicinarci a chi può fare al caso nostro… Il gioco prima che avere tanti amici e tanti follower, sta nell’avere gli amici e i follower giusti proprio come nella realtà” poco importa quanti sono!

C’è chi inneggia alla rete come alla chiave di volta per la risoluzione di tutti i mali, ma il futuro va costruito e il web da solo può fare poco… Insomma il web non cambia il mondo ma permette alle persone di incontrarsi per cambiarlo!

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