Motta Visconti, la confessione: "Ho ucciso mia moglie e i miei figli"
L'uomo rientra in casa alle 2 di domenica mattina e telefona al 112 per chiedere aiuto per la sua famiglia. Allertati i soccorsi, i medici non possono che constatare la morte della donna e dei due bimbi. La casa è a soqquadro, sembra ci sia stato un tentativo di rapina, la donna è riversa in soggiorno in un bagno di sangue, la bimba si trova nel letto della sua cameretta e il piccolo nel letto matrimoniale. Tutti sono stati colpiti da un'arma bianca, un coltello, che non si trova. Durante la notte l'uomo viene interrogato dalle forze dell'ordine e nella giornata di domenica vengono ascoltati i vicini di casa, i parenti e Lissi, più volte.
La gente del paese è sgomenta: "Chi ha potuto fare una cosa simile alla donna e ai bambini?"si domandano l'un l'altro e così rispondono ai giornalisti.
La confessione
La polizia però inizia a nutrire dei dubbi sulle affermazioni di Carlo Lissi e i sospetti trovano conferma via via che le ore passano, l'attenzione degli inquirenti si ferma sulle contraddizioni nei racconti dell'uomo: ci sono numerose incongruenze fra le sue affermazioni e i riscontri effettuati in casa nel corso delle indagini. Infine, intorno alle 4 della notte fra domenica e lunedì, durante l'ennesimo interrogatorio, la polizia mette davanti all'uomo tutto ciò che non li convince e Carlo Lissi confessa gli omicidi: "Sì, li ho uccisi io".
Pare che l'uomo fosse stanco della vita familiare e racconta anche di essere stato respinto da una collega.
L'arma - si tratta di un grosso coltello - è stata trovata dove l'uomo ha indicato di averla gettata: in un tombino non lontano da casa.
La dinamica
Si apprende la dinamica del triplice omicidio tramite la conferenza stampa tenuta dal comando provinciale dei Carabinieri.
Intorno alle 23.00 dopo un momento di intimità con la moglie, Carlo Lissi si alza dal divano e si reca in cucina, prende un coltello e aggredisce la moglie - seduta sul divano intenta a guardare la televisione - da dietro. Lo stesso marito racconta alla polizia che mentre lui la colpiva col coltello, lei gridava e domandava: "Perché mi fai questo?" Maria Cristina Omes cerca di difendersi, lui la colpisce con un pugno e infierisce col coltello ancora. Poi raggiunge la figlia - si chiama Giulia e frequenta l'ultimo anno d'asilo - che dorme nella sua cameretta e la uccide, infine nella camera matrimoniale uccide il figlio più piccolo. Si lava e si cambia i vestiti in cantina, esce di casa recandosi all'appuntamento con un amico per vedere la prima partita degli Azzurri ai Mondiali di calcio in Brasile.
La polizia ritiene che l'assassinio sia stato lungamente premeditato e organizzato.