Nomina di un cappellano al Ministero degli Esteri
Ho letto sul Corriere della Sera del 2 febbraio 2025: “Tajani nomina un cappellano al Ministero degli Esteri. La Cgil: A quando l’arrivo di aruspici e àuguri?”. Dopo aver letto quanto riportato, non posso non esprimere un’opinione, anche alla luce di un mio precedente articolo dal titolo Un linguaggio mite aiuta la pace. Tuttavia, in queste parole di mitezza ne vedo ben poca.
Proviamo ad approfondire. Riporto i fatti come descritti nel quotidiano:
A fine novembre, il ministro Tajani ha nominato per la prima volta un cappellano al Ministero degli Esteri, la Farnesina. La figura scelta è don Marco Malizia, che, come specificato dal Messaggero, svolgerà il suo incarico a titolo gratuito. Don Malizia, cappellano militare e canonico della Basilica del Pantheon, dispone di un ufficio al primo piano del Ministero e figura come "consigliere ecclesiastico del Ministro degli Esteri".
Tra le sue responsabilità vi è quella di occuparsi dei cristiani perseguitati nel mondo, ma anche di “favorire la promozione dei valori di solidarietà, rispetto e dialogo, offrendo ascolto e conforto a tutti i dipendenti, indipendentemente dal credo religioso”. In occasione del santo Natale, don Marco ha celebrato una messa alla Farnesina. La partecipazione era ovviamente facoltativa, ma la nomina del cappellano non è stata accolta favorevolmente da tutti.
Le critiche della Cgil
Appena la notizia è stata diffusa, la Cgil ha reagito con un volantino polemico e, a mio avviso, offensivo. Nel testo, il cappellano è stato definito “cappellano magico” e si legge:
"Leggiamo con un certo stupore uno strillo intranet, che è una piattaforma di comunicazione e collaborazione interna utilizzata da aziende di tutti i settori e dimensioni, che annuncia che il ministero, forse fraintendendo la nostra richiesta, si è dotato di un cappellano che, assicurano le alte sfere dell’amministrazione, sarà pronto a prestare il suo orecchio benevolo e il suo cuore alle anime smarrite che si aggirano per i corridoi della Farnesina. Attendiamo con ansia la nomina di aruspici e àuguri così da poter continuare il nostro viaggio nel 21esimo secolo con fiducia inalterata nelle meravigliose sorti e progressive del genere umano."
Una precisazione: gli aruspici, nell’antica Roma, interpretavano i segni divini esaminando i visceri delle vittime sacrificali. Gli àuguri, invece, studiavano il volo degli uccelli per decifrare la volontà degli dèi.
Qual è il problema?
Se la Cgil e i suoi membri non sono interessati a partecipare alla messa o a rivolgersi al cappellano, nessuno li obbliga. Allora, qual è il senso di questa polemica che sfocia in insulti e scherni?
L’incarico di don Malizia include anche l’impegno per i cristiani perseguitati, una realtà drammatica in molte parti del mondo. Trovo difficile capire perché questo dovrebbe essere motivo di scandalo, a meno che a qualcuno, forse per una certa ideologia, non importi nulla di queste sofferenze.
Inoltre, don Malizia è chiamato a “promuovere valori di solidarietà, rispetto e dialogo”. Davvero questi principi possono dare fastidio? La Cgil, che spesso si dichiara paladina del dialogo e del rispetto, sembra qui contraddirsi. Come si dice: il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Una società sempre più divisiva
Questa vicenda mi rammarica perché dimostra come, in una società già segnata da troppa violenza verbale e fisica, si preferisca passare allo scherno e alla derisione invece di cercare un dialogo costruttivo. Atti di questo genere non solo sono lontani da un confronto civile, ma contengono anche semi di intolleranza e ostilità.
Mi chiedo: è questa la Cgil di oggi?