Non fa bene al Monza la Presidenza Berlusconi
Desideroso di ritornare nel mondo del calcio da protagonista, il Cavaliere ha acquistato il Monza dal figlio di un ex presidente rossonero, Felice Colombo, che inabissò il Milan in serie B per una dolorosa storia di scommesse truccate.
Presi i biancorossi mentre galleggiavano al secondo posto, ora sono a metà classica. E presso i tifosi brianzoli iniziano gli scongiuri, ricordando che Galliani, prima di approdare al Milan , era un dirigente del Monza che stava scivolando verso la serie C.
Berlusconi poteva benissimo rimanere al timone del Milan, ignorando i desideri di quattro dei suoi cinque figli. Solo se avesse avuto l' accortezza di circondarsi di dirigenti capaci. Come la famiglia Agnelli ha fatto in ambito bianconero. Gli eredi dell' avvocato non sono certo migliori dei rampolli del Berlusca ; ma han saputo scegliere i migliori esperti sulla piazza, tanto da riportare il club in cui militarono Boniperti, Sivori e Charles ai vertici mondiali.
Han fatto sorridere poi le regole berlusconiane del perfetto calciatore monzese. Subito smentite, fra l'altro, dagli ultimi rinforzi, ottenuti con gli svincolati, nelle cui file spiccano tatuati e capelloni.
Sorprendente - ma coerente, dobbiamo sottolinearlo - la scelta di Brocchi come allenatore. Il quale - secondo il detto latino nomen omen - tiene fede al suo cognome inanellando un fallimento dietro l' altro.
E rivaleggiando col nepotismo dei papi rinascimentali(questa volta inteso in senso amicale), ecco Adriano Galliani designato numero 2 della società, quando per il geometra brianzolo l' unica carica su misura sarebbe l' amministrazione delegata della casa per anziani di Ibiza.
I proverbi sentenziano che " ritirarsi in gloria è l' onor perfetto". E Berlusconi non perde occasione per smentirli. Col rischio di oscurare i successi ottenuti col Milan. Pure questi, a parere di molti esperti, inferiori al potenziale che aveva la "squadra delle meraviglie". Un giorno bisognerà oggettivamente esaminare quel periodo e scrutare pure le ombre di un pomeriggio allo zenith.
Gaetano Tirloni