Rangnick, Gazidis ci ripensa ma doveva farlo prima
Colpo di scena in casa rossonera: Gazidis conferma Pioli alla guida del Milan e rompe con Rangnick.
Una mossa sorprendente ed intelligente, ma attuata con un certo ritardo, che è costata l'addio di Boban, un dirigente indispensabile nella diplomazia internazionale rossonera.
Probabilmente il plenipotenziario dei Singer ha cambiato idea dopo aver pesato le pretese del manager tedesco, dal costo esorbitante, e dalle idee difficilmente implementabili nel calcio italiano.
A questo punto dovrebbero restare anche Maldini e Massara e al primo verrebbero concessi ampi poteri sul mercato, speriamo non circoscritti da regole assurde come il divieto di ingaggiare giocatori d'esperienza e di classe.
Rangnick resta in Germania, dunque, con gran sollievo dei tifosi rossoneri, i quali avevano chiesto a gran voce il rinnovo per Stefano Pioli. Costui, lo ribadiamo, non è l'allenatore perfetto per il club di via Aldo Rossi, che, per risorgere, avrebbe dovuto almeno affidarsi alle cure di Spalletti. Ma è sempre meglio del trainer tedesco, borioso e inconcludente, pronto a piani, teorici, faraonici, senza alcuna esperienza sul campo.
Un Sacchi in peggio e senza la disponibilità di fuoriclasse dell'allenatore emiliano, che vinse la metà di quanto avrebbe dovuto, visto il parco giocatori a sua disposizione.
Pioli, che è un buon allenatore e nulla più, è chiamato ad una conferma della durata di un campionato, possibilmente evitando scivoloni umilianti come di quello di Bergamo e il secondo tempo del derby; e anche riguardo ai numerosi punti persi con le squadre di media-bassa classifica.
Non dimentichiamo che prima dell'uragano covid, il Milan fu sconfitto dal Genoa in modo imbarazzante; e non tutto l'oro del dopo pandemia può essere accreditato al trainer emiliano, ma almeno condiviso con lo staff medico e dei preparatori, veri protagonisti di una rinascita inaspettata.
Adesso i supporter si aspettano un mercato all'altezza del blasone rossonero, con un paio di innesti eccellenti, di la dal dato anagrafico.
A Maldini va dato atto di aver svolto una campagna rafforzamenti buona, dopo lo scivolone preso con Giampaolo, un talebano della lavagna che le grandi società dovrebbero evitare come la peste. Ma, si sa, nessuno è perfetto: l'importante è imparare dai propri errori e non ripeterli.
A Gazidis, fatti i complimenti per la scelta, i tifosi chiedono coerenza e la delega a Maldini di ampi poteri tecnico organizzativi.
L'amministratore delegato sudafricano si limiti all'ambito contabile e commerciale; il resto non è pane per i suoi denti, nè shampoo per i suoi capelli (che non ha).
Gaetano Tirloni