Referendum 4 dicembre: le 10 ragioni del NO
Si avvicina il referendum sulle modifiche costituzionali (e non solo) del 4 dicembre 2016.
I fautori del Si e del NO si danno battaglia. I secondi portano almeno dieci ragioni per rimandare al mittente una riforma a loro giudizio peggiorativa. Vediamoli.
1) La riforma Renzi-Boschi è ultra centralista, che rafforza i poteri di Roma nei confronti delle autonomie locali.
2) E' una riforma che - data l'importanza della posta in gioco, altissima - è un parto dell' attuale maggioranza, senza alcun concorso dell'opposizione, come fosse una leggina di poca importanza.
3) La riforma, contrariamente a quanto pensano le associazioni degli industriali, favorevoli, non favorisce la crescita economica, bensì agevola i rapporti dei grandi gruppi col governo, i quali solo con esso dovranno accordarsi e non anche con gli enti locali.
4) E poi non esiste un connubio fra economia felice e costituzione perfetta. Altrimenti bisognerebbe affermare che la Cina è sulla buona strada. Anche quella dei diritti umani (sic).
5) Secondo Boschi, la riforma comporterebbe un risparmio di 490 milioni di euro all'anno. Per converso, la Ragioneria dello Stato, ente terzo nella valutazione, sostiene che esso sarà ben minore, ossia di 57 milioni di euro annuali.
6) Per rafforzare e chiarire il precedente snodo, diamo qualche cifra. La spesa pubblica italiana è pari a 830 milioni di euro all' anno. Nei 29 mesi di governo Renzi il debito pubblico è aumentato di 134 miliardi, praticamente uno alla settimana. E vogliamo ancora parlare di risparmi ?
7) I fautori del Si dichiarano che la paralisi legislativa è causata dal bicameralismo perfetto. Ossia dalla necessità che le leggi, per entrare in vigore, devono essere licenziate sia dalla Camera che dal Senato. Vero in parte. In Italia l'iter medio dell'approvazione di una legge è di 243 giorni. La Francia, per esempio, è messa peggio.
8) La nuova riforma toglierà alle Regioni quella poca potestà che ancora conservano. Ma - attenzione - lascerà intatte quelle a statuto speciale. Cosi che la regione siciliana continuerà ad avere cinque volte il personale di quella lombarda con metà popolazione.
9) La riforma non tocca i punti della magna carta che avrebbero dovuto - quelli si - perlomeno essere adeguati. Per esempio, l'ottanta per cento delle norme che regolano la nostra vita hanno un'origine Ue, che nel 1948 non esisteva, si capisce. Ebbene, pensate che la riforma renziana si occupi di armonizzare il nostro dettato costituzionale con le disposizioni di Bruxelles? Purtroppo no.
10 ) Infine - ma siamo al termine di una disamina per forza di cose incompleta - c'è il problema della riservatezza, che 70 anni fa era sconosciuta, essendo ben altri i problemi sul tappeto. Dalla sanità alla sicurezza tutti invocano la privacy. E la riforma la recepisce, almeno nelle sue linee guida di libertà e dignità della persona ? Anche qui purtroppo la risposta è NO.
Gaetano Tirloni
Leggi anche: