Selfie mortale
Ne avevamo parlato giusto qualche settimana fa di come i selfie, gli autoscatti in ogni momento del giorno, stessero diventando una vera droga per ragazzini e adulti, divenendo in poco tempo una moda molto seguita, ma al contempo molto pericolosa. Pericolosa perchè accentuava un distacco dalla realtà che sempre più si vive, inserendosi nel mondo social per essere apprezzati come dei. Invece è sbagliato, e molto spesso questo spasmodico bisogno di attenzione ci porta a gesti stupidi che nemmeno ci saremmo immaginati. L'episodio che stamattina ha lasciato aperta la bocca di tutti gli italiani avviene lontano dal nostro paese, nel Nord Carolina, ma le tematiche di questo fatto sono più vicine a noi che mai: dopotutto la rete non conosce confini.
Courtney Stanford, mentre viaggava nella sua macchina in autostrada, si è voluta fare un selfie alla guida, per comunicare quanto la famosa canzone "happy" la facesse emozionare. Questo gesto però le è costato molto caro: la ragazza distrendosi ha invaso l'altra corsia finendo contro un camion, che nell'urto ha scaraventato la sua macchina in un fosso, spegnendo una vita. Nulla da fare per lei, mentre il camionista 73enne ne è uscito illeso per fortuna. Un errore madornale, questo è certo, scattarsi una foto mentre si guida, ma forse chiudere qui la questione dando dell'idiota a chi ha sbagliato, pagandone il prezzo, non è sufficiente. Forse esistono delle ragioni profonde che ti portano ad avere così bisogno di comunicare al mondo ogni gesto, sorriso, emozione al mondo attraverso la rete quasi in modo maniacale. Ci stiamo ammalando. Siamo abulici, pensiamo e vediamo con occhi di altri, formuliamo opinioni con quelle altrui e vediamo la realtà di noi stessi solo attraverso i commenti. Ma c'è davvero tutto questo bisogno di farci vedere belli dagli altri? Ha davvero senso pavoneggiarsi in rete fotografandosi in ogni gesto della giornata per far vedere quanto siamo creativi, attivi e attraenti? E' così immanente conoscere persone con cui si parla di rado o nemmeno si parla a volte? Forse questa è una visione troppo drammatica delle cose, ma credo che si dovrebbe imparare da episodi del genere: perchè non è tanto il gesto stupido dello scattarsi una foto in macchina ad essere in discussione, quanto la tendenza quasi patologica a fotografare e pubblicare ogni istante della propria vita.
Pensiamoci a questi argomenti, e molto bene. Perchè non basta dare dell'imbecille per sentirsi meglio e togliersi un peso, ma è necessario cogliere il male sociale che si manifesta attraverso certi gesti che, da innocenti, se portati a livelli estremi possono portare a danni anche molto gravi. Questa ragazza ha perso la vita per fotografarsi. La prima domanda da porsi è "perchè", non condannare con insulti, visto che solo con i dubbi si trovano le risposte.