Loppis @ Atelier FORTE: il natale più nordico che Milano abbia mai visto

Venerdì anche Milano avrà la sua festa di Santa Lucia. Arriva Loppis, nome svedese per il mercatino delle pulci che ogni famiglia allestisce nel proprio giardino o garage, che durerà non uno, ma ben tre giorni, fino alle 20 di domenica, nella casa-atelier, o meglio nel mondo fatato, dell'architetto Duilio Forte.
A partire dalle 18 ci sarà l'inaugurazione di ArkiZoic Circus, mostra delle opere e delle sculture di Duilio a cavallo tra sogno e virtualità ed involucri meccanici e "ferrosi" a ricoprire web radio e nuovi linguaggi di programmazione. Non più solo palafitte di legno che si ergono come ciclopiche giraffe, ma corpi analogici che parlano html e si spandono in uno spazio, l'intricata "casa sull'albero" di Duilio, anch'essa un capolavoro, come suoi abitanti indiscussi. Lasciate che uno di loro mangi una vostra moneta da 1€: ritroverete una vostra foto online.
Una delle deliziosissime docenti madrelingua di YESchool, istituto di lingue nordiche, terrà una lezione di svedese nel grande laboratorio/teatro dell'atelier, dove probabilmente uno degli aitanti aiutanti dell'architetto (sempre attorniato da giovani architetti/designer stranieri volenterosi di fare un'esperienza con lui) vi offrirà pandoro e vin brulè.
La Nave dei Folli, invece, comitiva di teatranti e saltimbanchi, contribuirà, al pari di una cornice che si configura essa stessa come un'esperienza strabiliante, a condurvi in un'altra dimensione, non più sogno e fantasia, ma oltre il sogno e oltre la fantasia possibili. Poi un concerto, un mercatino, le polpette a 1€ servite nel Tabernarium dell'assurda magione incantata. E la possibilità, anzi la certezza, di incontrare e discorrere con gli Umpa Lumpa di Duilio, socievoli stranieri venuti da altri mondi, mentre si libra sull'altalena sospesa tra i variopinti e polverosi volumi della sua vastissima biblioteca.
Un po' come il Vittoriale di D'Annunzio, la dimora dell'architetto, gremita di carte, mappamondi, telescopi, bauli, scheletri in ferro, scale a pioli, nicchie segrete, botole e porte invisibili, riflette il suo concetto di identità tra arte e vita. In essa si scopre il senso, ormai perduto, della meraviglia e si torna curiosi come lo sono i bambini.
Per accedere al rudere scandinavo (ricavato in realtà da un'antica fornace industriale e ristrutturato apparentemente al di là di ogni legge fisica o norma sulla sicurezza), basta iscriversi all'associazione Vik, e riuscire ad arrivare, senza perdersi tra le nebbie della campagna padana, in via Corelli, 34, zona Lambrate, su per giù.