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Sagra di San Giovanni 2025: fuochi, processione e storia sull’Isola Comacina

isola comacina sagra

Torna la Sagra di San Giovanni, la più antica manifestazione del Lago di Como, che ogni anno richiama migliaia di appassionati nella Tremezzina, raggiunta con ogni mezzo.

Centro dell'evento, che quest'anno si svolge nel weekend di sabato 28 e domenica 29 giugno, sarà come sempre la splendida Isola Comacina, mentre le serate gastronomiche del sabato e della domenica verranno gestite dalle associazioni locali sotto la regia dell’Associazione Turistica Tremezzina, rappresentata dal presidente Alberto Cetti.


IL PROGRAMMA DELLA SAGRA

La sera del 28 giugno, dalle ore 19, il parco comunale in località Ossuccio ospiterà la serata gastronomica danzante, organizzata grazie alla collaborazione dell’Associazione Turistica Tremezzina.

Alle 22.30 si terrà il tradizionale spettacolo pirotecnico-musicale e la rievocazione storica dell’incendio dell’Isola, che si illuminerà di colori nell’appuntamento più atteso della stagione estiva per il centro del Lago di Como.

Gli eventi proseguiranno nella giornata di domenica 29 giugno con la solenne processione per l’Isola Comacina:
– ore 9.30: partenza dalla Chiesa parrocchiale della frazione Isola e trasferimento sull’isola con motonave dalla frazione di Campo in località Lenno
– ore 11: celebrazione della Santa Messa nell’area archeologica della basilica di Sant’Eufemia
– al termine: esibizione della Fanfara del 3° Reggimento Carabinieri Lombardia - Milano.


LA STORIA DELL'ISOLA COMACINA

Abitata sin dai tempi più antichi per la sua posizione strategica, l’Isola Comacina ha una storia particolare.

Il ritrovamento, sotto l’attuale chiesa di San Giovanni, dei resti di un edificio con colonne indica l’esistenza di una costruzione di epoca romana di notevoli proporzioni, forse una villa o un tempio.

Verso la metà del V secolo il cristianesimo si diffuse sul territorio e il Vescovo di Como, Sant’Abbondio, fondò sull’isola un oratorio dedicandolo a Santa Eufemia.

La storia dell’isola si distinse al tempo delle invasioni barbariche, alla metà del VI secolo, quando il Magister militum Francione, ultimo comandante militare bizantino, governò per anni e resistette per sei mesi agli assedi dei Longobardi di Autari, prima di capitolare nel 585.

Una breve parentesi di pace, dal 607 al 616, fu portata da Agrippino, primo vescovo di Como nominato da Aquileia, che sull’isola morì e fu sepolto.

Alla fine del X secolo l’isola fu occupata dal Vescovo di Como Gualdo e un suo successore, Litigerio, fondò la Collegiata di Santa Eufemia nel 1031.

In epoca comunale l’isola si schierò a fianco di Milano contro Como e ne seguì le vicende fino alla sconfitta di Milano per mano dell’Imperatore Federico I, detto il Barbarossa. I Comaschi, desiderosi di vendetta, ottennero dall’imperatore la distruzione dell’isola nel 1169.

Dapprima proprietà vescovile, l'isola passò successivamente attraverso diversi proprietari. Nel 1919 fu lasciata in eredità al re Alberto I del Belgio e per un anno divenne un'enclave sotto sovranità belga; nel 1920 fu restituita allo Stato italiano tramite un Ente morale, con a capo il Console del Belgio e il presidente dell’Accademia di Brera, con l’obiettivo di costruire un villaggio per artisti e un albergo.

L’albergo non venne mai realizzato, ma furono costruite – oltre alla locanda nel 1964 – tre villette nel 1939, su progetto dell’architetto Pietro Lingeri, ben inserite nel contesto dell’isola.

La basilica romanica di Santa Eufemia fu riportata alla luce nel 1914 dalla campagna di scavi condotta dall’archeologo Ugo Monneret de Villard, e nel 1958 una successiva campagna, guidata dall’architetto L. M. Belloni, riportò alla luce le aree di vari edifici religiosi, compreso un battistero biabsidale con mosaici.

L’attuale chiesa dedicata a San Giovanni fu costruita nel XVI secolo sulle rovine di edifici precedenti, come si deduce da un documento del 1683, dal quale trae pure origine la Sagra di San Giovanni Battista, una ricorrenza particolarmente sentita dalla popolazione.

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