Gucci, un invito social e la Moda si mette in giostra
Se il mese di Marzo sta parlando una lingua apocalittica ed a tratti moribonda, il mese di febbraio ha conosciuto un solo linguaggio, quella della Moda, in tutte le sue accezioni e secondo uno schema di rinascita.
C'è da dire, queste ultime settimane sono intrise di paura, divieti, obblighi e nefasti cambiamenti, ma, mentre tutto intorno sembra crollare sotto l'algida presenza di una morte lenta ed incompresa e dove nulla pare avere più senso, talvolta c'è bisogno di ricordare, di riflettere, di ricostruire e anche rinascere.
Ricordare gli aspetti che colorano la vita, ricostruire gli eventi appena passati senza dimenticare le glorie nonostante le sconfitte e di rinascere come un'Araba Fenice fa dalle proprie ceneri.
Colori, rinascita, ricordi di poche passate o non vissute, sono principi che scandiscono le sfilate presentate per il prossimo A-I 2020/2021. Si rivivono gli anni '90, i 2000, tornando in scena capi dai tratti scolareschi, i colori si fanno forti, come se sbocciassero in mezzo all'inverno che avanza. Ogni maison ha puntualizzato un'epoca o una decade di riferimento per i trends di sfilata ed ogni show è stato costruito secondo riti minuziosi, dove nessun dettaglio è lasciato al caso.
Lo show di Gucci probabilmente, sarà quello che avrà fatto parlare maggiormente di sé, non solo per l'estrema e perfetta ricercatezza dei capi realizzati , ma sopratutto per la location costruita ad hoc per il concept della collezione.
"Ho sempre pensato la sfilata come a un accadimento capace di sprigionare incantesimi". Queste le parole di Alessandro Michele, art director della maison Gucci, che ha trasformato lo show in un vero e proprio rituale fashion, dove si capovolgono le scene : il backstage è portato sotto i riflettori, in passerella. Sarti, modellisti, ricamatori, modelle,trucco e parrucco, tutti gli addetti ai lavori lì con le proprie uniformi adorni di un piccolo ricamo - Creatori di sogni -, sul palcoscenico.. ops, giostra.
Ebbene si, una grande pedana, circolare e rotante, simile ad un orologio o ad un carillon, è il vero contenitore di questa sfilata dall'accento green e sustanaible, come la precedente maschile.
Le modelle si svestono dei propri accappatoi bianchi per indossare l'abito commissionato e scelto dallo stilista, sarti e modellisti le aiutano in questo intimo momento di vestizione mentre Alessandro girovaga tra gli stand pre-ordinati e colmi di oggetti destinati allo show. Questa è la scena che si presenta allo spettatore, che diventa partecipe della sfilata, entrando all'interno del sacro rito come se stesse avvenendo una magia.
Nell'aria, si ascoltano le melodie di Ravel e del Bolero, ipnotiche , giustapposte come a suggellare il rito magico in corso mentre le modelle a poco a poco , una volta vestite, si posizionano lungo la giostra come se fossero le lancette di un enorme orologio di piazza. Gucci ha raggiunto il suo scopo, rappresentare e rendere palpabile l'atmosfera liturgica che anima l'intero allestimento di una catwalk e della sua sfilata.
Una voce fuori campo, descrive la nascita di un momento cosi sentimentale come la creazione di un qualcosa generato dal proprio Io creativo :si tratta di Federico Fellini che narra la nascita di un film, come Alessandro Michele narra sulla sua giostra rotante la nascita della sfilata.
I look si accendono di colori sgargianti, vivi come il giallo o l'arancio e balze, tulle, volumi, fiocchi si mixano su jeans strappati e lane lavorate. Si amalgamano visioni, sogni, escono dalla mente del creativo sopra le righe e puntano dritto al cuore, dello spettatore. Non mancano i Tartan , rielaborati, rimodernizzati, che si avvicendano alla pelle nera da biker very punk style. Mocassini, stivali e scarpe dal mezzo tacco assumono un carattere fanciullesco e scolaresco; tra le borse mini tornano le mini Jackie abbinati a sandali zeppati, croci appese al collo e collant da collegio super colorate. Le croci simboleggiano un senso di appartenenza, di fedeltà a qualcosa , in linea con il mood sacrale della giostra. "La moda è come una religione, si può non condividere tutto, però si sente di essere parte di quella confessione."
Il tocco social? Alessandro Michele non ha optato per nessun invito cartaceo, ma un messaggio vocale inviato da lui stesso. Perché il racconto che va in scena è il suo, si tratta della sua intima visione del mondo che cavalca la scena.
Ed è ecco che avviene l'ultima magia : le cose immaginate, visionate, sognate, prendono forma, sono vive, vere ed esistono. Si realizza lo spettacolo , nello spettacolo.
"Qual è il mio rito preferito? Quando facciamo la prima prova. Vedo dentro le cose che ho immaginato e vedo che esistono. E mi emoziono." ( Alessandro Michele, art director for Gucci)
Angelica Rossi
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