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Il Sole di Piazza Meda: il Grande Disco di Arnaldo Pomodoro

piazza-meda-scultura-sole-dico-arnaldo-pomodoroArnaldo Pomodoro ha da sempre voluto che qui fosse collocato, ed è così che il Sole o il Grande disco, la scultura bronzea realizzata dall'artista negli anni '80, è la protagonista assoluta dello scenario di Piazza Meda. Nel cuore di Milano, a due passi da Palazzo Marino e dal Teatro Alla Scala, ma anche da Via Montenapoleone e dal Quadrilatero della moda a Milano, nella piazza che oggi si presenta come un'area cittadina riqualificata con un nuovo parcheggio interrato. L'opera scultorea è poggiata un piano rialzato rispetto alla quota del marciapiede, e potete avvicinarvi a verderla da vicino e a coglierne i particolari grazie a un percorso pedonale creato all'interno dell'aiuola.

Come accennavo prima l'opera non è sempre stata collocata in questa sede; inizialmente era esposta nella piazza Ducale di Vigevano, ma vi rimase per poco poiché qualcuno pensava che non si sposasse con l'aspetto rinascimentale del luogo. Poi, in seguito a un accordo tra i sindaci e su consenso dell'artista, il Disco venne prima collocato davanti al Castello Sforzesco di Milano, suscitando reazioni non positive della Soprintendenza, e dopo di che fu Pomodoro stesso che scelse la piazza per accogliere la sua creazione, anche se nel periodo che ha visto i lavori di costruzione del parcheggio, durati circa 4 anni la scultura fu posizionata a Lanza, di fronte al Piccolo Teatro di Brera.

Diventata da allora un simbolo della città, la scultura si compone di un doppio cerchio di bronzo dorato collocato su una struttura girevole all'interno di una aiuola, il tutto volto alla creazione di un contrasto tra la struttura metallica e il manto erboso.sole pomodoro piazza meda

All'interno di una struttura composta da diverse forme geometriche saldate tra di loro, viene qui accentuato il contrasto visivo grazie alla contrapposizione e alla dinamicità di linee curve e linee rette, tra morbidezza e rigidità, che vanno in qualche modo a incidere il disco creando delle fenditure simili a raggi.

Come in tutte le opere di Pomodoro, microstrutture e macrostrutture diventano una cosa sola, la forma è ridotta all'essenzialità volumetrica della geometria; il cilindro, la sfera, il cubo, il cono e il parallelepipedo, si fondono diventando schiere rettilinee e/o circolari come se fossero ingranaggi di misteriosi macchinari racchiusi all'interno di maestosi contenitori, che piccoli squarci e tagli alla fredda e dorata materia rendono visibili, rompendo le lisce superfici e i nitidi supporti verticali.

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