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La Pietà Rondanini di Michelangelo al Castello Sforzesco

Nella produzione michelangiolesca sono numerose le opere scultoree che presentano caratteristiche di finitura diverse, questo ad esempio è riscontrabile se si confronta la prima Pietà, quella vaticana e la Pietà Rondanini. Gli storici attribuiscono questa modalità operativa dell’artista a una nuova concezione rispetto alle idee religiose che in qualche modo si poteva già riscontrare nel Giudizio Universale, ovvero il contrasto tra la “spiritualità cristiana” da un lato, e dall’altro l’aderenza agli “ideali antichi” e alle “forme pagane”.

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Tra i primi esempi di quello che è stato definito il “non finito” michelangiolesco si possono citare le sculture dei Prigioni (lo Schiavo che si ridesta e lo Schiavo Atlante) del 1530-1534, conservate oggi presso le Gallerie dell’Accademia a Firenze.

Michelangelo ha da sempre concepito la scultura come “arte del levare” piuttosto che per “via porre” come si fa con le materie plastiche, lavorando il blocco prescelto da un lato o da due quando era prevista una veduta di spigolo facendo emergere le forme come “dall’acqua di una conca” che lentamente veniva svuotata, per lo meno è questo ciò che è descritto nei testi di Vasari al riguardo.

Per diversi anni Michelangelo continuò a studiare e a confrontarsi con il tema della deposizione, e questo trova conferma nei numerosi disegni e bozzetti che precedono il 1547-48, anno in cui Michelangelo scolpi una Pietà composta da quattro figure raccolte in una composizione piramidale. Questo blocco scultoreo presenta anch’esso le caratteristiche di una “non finitura” considerando anche che Michelangelo decise inizialmente di abbandonarla e in seguito distruggerla. La scultura fu in seguito ricomposta e fu fonte di studio per capire il perché di questa nuova concezione dell’idea stessa di scultura.

Nel 1564, Michelangelo scolpì la Pietà Rondanini, oggi conservata presso i Musei Civici del Castello Sforzesco di Milano. Quasi novantenne e ormai prossimo alla morte, probabilmente fu questa l’ultima scultura su cui Michelangelo pose mano. Questo trova conferma nelle testimonianze dateci dalla lettera che Daniele da Volterra scrisse a Giorgio Vasari e in un’altra successiva indirizzata a Leonardo Buonarroti e non solo, infatti nell’inventario dei beni stilati in seguito alla morte dell’artista viene citata una scultura “principata da un Cristo ed un’altra figura al di sopra attaccata insieme sbozzata e non finita”.

Il gruppo marmoreo, iniziato circa 12 anni prima, rappresenta la scena della deposizione della croce con il corpo di Cristo sorretto da Maria che sta in piedi alle sue spalle. Nella prima fase dell’opera Michelangelo scolpì Cristo spostato in avanti con la testa separata da quella della Madonna, dove il braccio sinistro risulta troncato poco sopra il gomito.

L’opera fu ricavata da un blocco scultoreo che l’artista aveva precedentemente abbozzato e poi abbandonato, come nel caso della Pietà precedente, ma per qualche motivo a distanza di tempo, decise di riprendere. Il frammento del braccio sulla sinistra appartiene ancora alla prima versione del blocco, in seguito Michelangelo decise di ricavare le figure della Vergine Maria e del Cristo dalla parte del marmo riservato alla sola immagine della madre, unendo i due corpi come per compenetrarsi in un lento moto ascendente. Ogni ricerca di perfezione anatomica viene meno e il “non finito” nella modellazione dei volumi e nella definizione delle superfici sembra negare la consistenza fisica delle figure dando vita a un’immagine del tutto spiritualizzata.

La Pietà Rondanini è collocata nella Sala degli Scarlioni, ultimo ambiente del percorso del Museo d’Arte Antica del Castello. 

Potete visitare i Musei dal martedì alla domenica con orario 9- 17.30, ricordate che l'accesso è consentito fino alle ore 17; per quanto riguarda il biglietto l’intero costa 3 €, il ridotto 1.50. È possibile acquistare un biglietto cumulativo che consente la visita ai musei del Castello, di Storia Naturale, del Risorgimento ed Archeologico, con validità 3 giorni che costa 7 € intero e ridotto 3.50 €. Inoltre è previsto l’ingresso gratuito il venerdì dalle 14 alle 17.30 e il martedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica dalle 16.30 alle 17.30 (accesso fino alle 17).

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